venerdì 13 ottobre 2017

ANTONIO GIORGIO, Golden Metal - The Quest of Inner Glory (2017)


Cantante e compositore, Antonio Giorgio è il mastermind dietro questo nuovo progetto targato Andromeda Relix, un lavoro fieramente epico, intriso di power metal e hard rock, con qualche frangente lievemente progressivo. Golden Metal – The Quest of Inner Glory è un lavoro per sua stessa natura magniloquente, che arriva dopo svariati demo e dischi autoprodotti e che pare prevalentemente indirizzato ai fan di Virgin Steele, Omen e Manilla Road, un album realizzato in due anni insieme a membri della power band Fogalord, dei sinfonici Astral Domine (ora Veil of conspiracy) e di due band di hard rock melodico come Bluerose e Thunderproject (Stefano Paolini, Enrico Di Marco e Luca Gagnoni alle chitarre, Giuseppe Lombardo al basso, Nicolò Bernini alla batteria, Mattia Bulgarelli alle tastiere, Dany All alle tastiere e alla voce e infine Riccardo Scaramelli presente solo nella bella cover di Alone Again dei Dokken). Con queste premesse il disco è un chiaro omaggio al metal più classico, quello orgoglioso e nobilmente vintage nella forma e nella costruzione, nelle atmosfere epicamente gotiche e valorose di un concept allegorico in cui l’irpino ha messo tutto se stesso, con i pro e i contro di un genere ben radicato nella storia. Il songwriting è quindi figlio di questa passione verace, di ascolti che probabilmente accompagnano da sempre l’autore ed è canalizzato all’interno di un percorso, prendere o lasciare, definito, ma che forse potrebbe non essere definitivo vista l’abbondanza di carne messa sul fuoco. Peccato per alcuni momenti in cui la voce emerge meno di quanto dovrebbe, soprattutto nei brani più heavy dove una potenza vocale più marcata e profonda avrebbe giovato senz’altro, aspetto che non ho riscontrato nelle parti più rallentate come l’ottima e doomy The reaper. Pur trovando il platter altalenante nel suo incedere devo dire che Antonio sceglie saggiamente di non esagerare mai con acuti vocali fastidiosi o sopra le righe, preferendo una meticolosità d’insieme che porta alla creazione di brani in cui l’aspetto melodico ha una certa rilevanza, come nel caso di Lost & Lonely o Luminous demons, esempi piacevoli della commistione tra heavy e power metal. Meno interessanti a mio giudizio la canonica title track iniziale e Forever we are one, più anonima rispetto alle altre, mentre maggiormente penetranti sono la gloriosa suite Beyond heaven and hell divisa in tre capitoli e il buon finale di Et in Arcadia Ego suite con parecchie idee al suo interno. The Quest of Inner Glory risulta quindi un disco gradevole, indirizzato probabilmente solo verso un certo tipo di pubblico che già apprezza queste sonorità, in attesa di scoprire se l’artista irpino ha intenzione di proseguire su questa strada anche in futuro o instillare il suo credo musicale con altri elementi. (Luigi Cattaneo)
 
The Vision (Video)
 

1 commento:

  1. Ciao Luigi,grazie per la bella recensione.
    Per il futuro previsti sviluppi più progressivi,questo è un album più classicamente epico e metal,ma non troppo come hai potuto sentire.
    La differenza è nei dettagli;-)

    Saluti & Prog 'on!

    AG

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