La Vinnie Jonez Band si
forma tre anni fa a Palestrina (Gianluca Sacchi alla voce e alla chitarra,
Marco Cleva alla chitarra e alla voce, Ludovico Gatti al basso e Andrea Ilardi
alla batteria) unendo la passione per lo stoner, il grunge e l’heavy rock. Dopo
l’ep Supernothing del 2015 ecco il
full lenght Nessuna cortesia all’uscita,
esordio davvero esemplare e giocato sull’interplay tra le due chitarre e una sezione
ritmica che riveste un ruolo fondamentale nel sostenere con precisione le fitte
trame che compongono il lavoro. Ciò che ne esce fuori è un crossover greve,
autorevole, immediato, suonato egregiamente e con tante idee messe sul piatto,
figlio della loro passione per band come Queen of the Stone Age, Karma to burn
e Mastodon. Polvere è l’inizio burrascoso
che è lecito aspettarsi, una botta di adrenalina da ascoltare ad alto volume ma
non sono da meno Silenzio e Vipera, tra sature distorsioni e
passaggi strumentali in vena di stoner psichedelico. Corri rievoca il Palm Desert di qualche decennio addietro, prima
della breve pausa strumentale di Supernulla
che apre lo spazio per l’ipnotica Idolum,
un brano con una coda strumentale psych di notevole fattura. Bellissima anche Sangue, con quel riff così poderoso che
abbraccia tutta la song, mentre in Mi
chiamo fuori il quartetto si avventura in un finale di stoner strumentale
che è uno dei trademark che caratterizzano il platter. Conclusione affidata a Nessuna cortesia, perfetto epitaffio di
un album ottimo sotto tutti i punti di vista e che non può che fare la felicità
di chi non ha dimenticato le escursioni sonore di ensemble grandiosi come Kyuss
e Nebula. (Luigi Cattaneo)
Silenzio (Video)
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