martedì 13 febbraio 2018

JAW BONES, Wrongs on a right turn (2017)


I greci Jaw Bones (George Cobas alla voce, Jelly Nano e Bill alle chitarre, Mike Tzoumas al basso e George Matsoukas alla batteria) sono un quintetto pressoché sconosciuto in Italia che unisce umori grunge, potenza stoner e bordate heavy metal, un sound in cui ritroviamo il mood di Palm Desert e in controluce passaggi psichedelici che donano un tocco di melodia ad un album decisamente pesante. Wrongs on a right turn (uscito lo scorso settembre per la Sliptrick Records) è quindi un disco contaminato pur affondando le radici in certo stoner di matrice heavy e i diversi elementi che si riescono ad estrapolare da un attento ascolto mostrano un ensemble tecnicamente formato, che punta molto su groove e impatto e fa emergere con disinvoltura un background solido. Communication è il classico inizio di un album con certe coordinate e quindi non si risparmia in quanto a forza e attitudine. Non che Disciple sia da meno e risulta greve e diretta, mentre con Ego tripper i greci decidono di virare verso un grunge influenzato dagli Alice in Chains più energici e da quel Degradation Trip di Jerry Cantrell (linee guida che emergono qua e là durante l’ascolto complessivo a dire il vero). Don’t bring me down è un altro buon momento di vigoroso stoner, così come Fear è un deciso passaggio in territori heavy, materia che la band maneggia con una certa destrezza e che qui viene sostenuta dall’ospitata di Androniki dei Chaostar alla voce. La valida Sugar daddy e la robusta The ride to nowhere, anticipano Should know better (vicina ai Clutch e ai Dusteroid) e soprattutto la lunga Song of the nightingale, che con i suoi intarsi psichedelici mette in luce un lato interessante e che potrebbe essere maggiormente sviluppato in futuro. Wrongs on a right turn è un platter non per tutti, dall’approccio cupo e viscerale, non lascia spazio a momenti ariosi o particolarmente suggestivi, con gli ellenici che hanno preferito puntare su aggressività e impeto per buona parte della sua durata, risultando comunque convincenti seppure a volte eccessivamente monocordi. (Luigi Cattaneo)
 Sugar daddy (Video)


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