venerdì 2 febbraio 2018

TRIO QUATER, Trio Quater (2017)

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Dischi in cui le protagoniste uniche sono le chitarre mi hanno indotto sempre un po’ di curiosità mista alla voglia di scoprire se oltre il virtuosismo ci fosse la capacità di comunicare qualcosa. Certo lo storico trio Di Meola, McLaughlin, De Lucia insegna che ciò è possibile ma non mancano altri esempi lungimiranti come il California Guitar Trio, El guitarrazo firmato Salinas, Tomatito e Gonzales o ancora il Naxos Guitar Trio. L’ambito in cui si muovono è chiaramente di pura estasi per gli amanti delle sei corde, un po’ meno per chi magari dalla musica cerca tutt’altro. Luca Brembilla, Jonathan Locatelli e Marco Pasinetti si contraddistinguono per valenza tecnica ma anche per gusto verso melodie gentili e sognanti. I virtuosismi dei tre sono sempre congeniali alla loro visione musicale, fatta di un interplay ovviamente costante in cui ritroviamo temi del blues, delicatezze folk e armonie che giocano col pop sofisticato. Tutti i brani sono intensi e vivono di atmosfere incantate, hanno tra i riferimenti non solo gli ensemble sopracitati ma anche la scuola acustica italiana di autentici fenomeni come lo straordinario Beppe Gambetta, facendo proprio come loro della cura al particolare un vero vanto artistico. L’alternanza di parti solari con altre che paiono un tributo alla nostalgia ha la costante della capacità espressiva del gruppo di essere perennemente intenso e vellutato, doti che non vengono meno neanche quando si confrontano con Asturias del maestro catalano Isaac Albeniz in maniera encomiabile. Disco suggestivo e di grande pathos. (Luigi Cattaneo)
 
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