Terzo e ultimo capitolo
della trilogia di Enio Nicolini and the Otron, dopo Cyberstorm del 2019
e Hellish mechanism del 2022, un tris di album senza chitarra, dove il
basso dell’abruzzese, che mette insieme power chord e linee maggiormente convenzionali,
disegna traiettorie plumbee e oscure. L’ex The Black e Unreal Terror (questi
ultimi ancora in attività) viene qui accompagnato da Angus Bidoli (voce dei
Fingernails), Gianluca Arcuri (synth) e Luca Nicolucci (batteria programmata, a
cui ha lavorato lo stesso Enio), bravissimi nell’assecondare la scrittura del
leader, che ha la giusta esperienza e la qualità necessaria per proporre un
altro disco composto seguendo una strada del tutto personale. Quasi 40 minuti
di spessore, con alcuni momenti davvero interessanti, come la distorta Microchip,
l’intensa Inside voices, la suggestiva Cosmic identity o l’immaginifica
Endless resistence, brani dove la visione futuristica del
progetto emerge netta, con i synth di Arcuri e il basso aggressivo di Nicolini che
sorreggono il narrare di vie di fuga e voglia di ribellarsi al sistema da parte
di Bidoli, davvero a suo agio nel corso dell’opera. I tre album (in vinile) della
trilogia usciranno prossimamente in un cofanetto in edizione limitata,
comprensivi di testi in italiano (utili per comprendere al meglio il concept
dietro il macro racconto), gadget e un poster. (Luigi Cattaneo)
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