Dopo averci raccontato delle avventure di Colombo nel precedente album, Il Cerchio D’oro sceglie stavolta di guidarci dentro la storia di Dedalo e Icaro. Ancora una volta un concept figlio della loro grande passione per il progressive rock dei ’70 e sempre sotto l’egida della Black Widow. Sono passati diversi anni da Il Viaggio di Colombo ma il modus operandi dei savonesi rimane pressoché invariato e si riallaccia solo ed esclusivamente a band storiche del prog come New Trolls, Delirium e P.F.M. Questo è quello che sa fare Il Cerchio e ciò che anima la loro passione da una vita (sono all’attivo da metà anni settanta) non è cancellabile con un colpo di spugna. E questa loro peculiarità vintage li porta oggi in studio con gente del calibro di Pino Sinnone, primo batterista dei The Trip, nell’iniziale Il mio nome è Dedalo (coadiuvato da Athos Enrile al Mandolino e Daniele Ferro alla chitarra), che mostra continuità stilistica con quanto già espresso in passato sia da loro che dai nomi tutelari del genere. Il redivivo Giorgio “Fico” Piazza presta il suo basso in L’arma Vincente, una ballad dal bel finale strumentale mentre la coppia Delirium formata da Ettore Vigo al piano e dal sempre notevole Martin Grice al sax vengono coinvolti nell’amaro finale di Ora che son qui. Quest’ultimo si fa valere anche al flauto nella lodevole e strumentale Labirinto, uno dei momenti migliori del lavoro. E qui un piccolo appunto è d’obbligo. Difatti l’album, assolutamente gradevole, denota l’assenza di un cantante di ruolo a cui fan da contraltare dei buoni momenti corali ma l’avere in squadra un vero vocalist potrebbe fare davvero la differenza. Il tributo al periodo migliore del nostro progressive infatti funziona e le composizioni risultano appassionate e ben costruite. C’è un rigore filologico nella musica della band, un suono dal fascino antico, come se il disco fosse un reperto mai pubblicato (e potrebbe in effetti passare per un album del 72-73). Ascoltando il racconto non si possono non notare i cori New Trolls style, le melodie raffinate di Delirium e Le Orme, la complessità della Premiata. Progressive sinfonico dettato dalle tastiere di Franco Piccolini (organo, piano, mellotron, synth), maestro concertatore di un ensemble rodato che ha coesione e coscienza di voler proporre una musica volutamente fuori dal tempo. Fan da corollario al lavoro tre bonus video, Ieri Oggi Domani Ancora Niente tratto da un concerto del 2009 al Teatro della Gioventù di Genova, Il sole nascerà/Sguardo verso il cielo girato nello stesso anno alla Fortezza Priamar di Savona e Impressioni di Settembre suonata nel 2012 all’auditorium E. Simonetti di Alassio. (Luigi Cattaneo)
Labirinto (Video)
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