Terzo disco per i Qirsh
(nuovamente per Lizard Records), un concept sul tema della paura che accentua
il lato progressivo della proposta, con brani strutturati e piuttosto lunghi,
eco della stagione settantiana dove kraut e psichedelia andavano a braccetto e
si sposavano con atmosfere ora più classiche, ora dal sapore cantautorale. Elementi
che ritroviamo coesi in questo Aspera Tempora parte 1, un lavoro
impegnativo, dove Andrea Torello (basso), Daniele Olia (chitarra, tastiere e
voce), Leonardo Digilio (tastiere), Marco Fazio (batteria), Michele Torello
(chitarra), Pasquale Aricò (voce) e Giulio Mondo (batteria), hanno dato prova
di versatilità, prediligendo una propensione psichedelica che non fa altro che
accentuare una certa sospensione onirica insita nella tematica sviluppata dalla
accurata narrazione. L’iniziale Rumors, con i suoi 18 minuti dice già
tutto, una suite intrisa di sinfonismo e dark prog, in un’alternanza emotiva
che trova nella voce straniante di Aricò e negli sviluppi strumentali il meglio
di un lavoro che sa sussurrare e colpire, tra momenti immaginifici e lampi
kraut. Il pianoforte apre Aer gravis, che ben presto diviene suono
spaziale e psichedelico, con l’elettronica elemento vibrante nell’inquieto
tessuto orchestrato dai liguri, mentre la wave fa capolino nelle note di Quel
momento, brano particolarissimo e piuttosto interessante. Più snelle Hurt
e Anansi, con ottimi fraseggi strumentali dark e progressivi, mood
da colonna sonora e visioni di pop sinfonico. Chiude il disco Oremus, tra
Rocchi e Camisasca, che ipnotizza lungo dodici minuti ricchi di suggestioni
mistiche e ancestrali, una preghiera che sfocia nella ghost track successiva, proseguimento
naturale e consolidamento di un disco maturo e di grande fascino. (Luigi
Cattaneo)
Rumors (Live Video)
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