Uscito sul finire del
2023, Telamon è il nuovo album di
Mauro Patti, prodotto dall’etichetta Dodicilune, un’opera ambiziosa in cui il
batterista di Agrigento si è avvalso di un nutrito parterre di straordinari
musicisti, tutti bravissimi nel supportare le tante intuizioni del siciliano.
Rispetto all’esordio del 2020 (Kerkent
Afro Project) Patti ha sviluppato trame jazz con interpreti maggiormente
legati alle sue idee, un lavoro d’insieme notevole, registrato live in studio,
denota un interplay di altissimo livello, fraseggi in odore di jazz rock,
vibranti pulsioni afro e uno sguardo alla world music. La storia di Agrigento
viene narrata attraverso personaggi storici e luoghi, una sorta di illuminato
concept pieno di grazia, variegato sin dall’apertura di Kalos, sontuosamente divisa in tre parti, sa essere immaginifica,
intensa e potente, con i temi esposti in maniera efficace da un ensemble
guidato con eleganza da Patti. Grande importanza riveste l’organico di sax
presente (ben 4), che dialoga costantemente con i ritmi spesso Afro imbastiti
dal leader, dove l’aspetto poliritmico si manifesta con vigore ed enfasi, basti
ascoltare brani come Demarèteion, in
cui viene omaggiato Coltrane, o Caravan
(tribute to Giulio Capiozzo),
adattamento di uno standard di Duke Ellington e Juan Tizol, nella versione
arrangiata da Capiozzo, indimenticato batterista degli Area. Patti guarda alla
sua terra natia in Chiantu, con il
tema tratto da Ah sì, versate lacrime,
canto funebre del Venerdì Santo, ma gli stessi umori folk avvolgono la
doppietta Porta dei venti/Bibbirria, ispirata
da un quartiere di Agrigento culla di popolazioni arabe, è una discesa etnica
avvolgente e ricca di pathos. Ultima citazione per le due sezioni che
compongono Umbilicus, divise tra
musica afrocubana e jazz ballad d’autore. Telamon
è la conferma della bravura di Patti nel creare situazioni densissime di
riferimenti culturali, un caleidoscopio gestito con efficacia da un autore
curioso e di grandissimo talento compositivo. (Luigi Cattaneo)
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