martedì 2 luglio 2024

TOMMASO VARISCO, These gloves (2024)

 

Secondo lavoro per Tommaso Varisco, che con These gloves mostra una certa crescita di scrittura e personalità, un disco molto curato, dalle atmosfere invernali (come suggerisce il nordico artwork), intimiste e dai tratti malinconici, pacato ma deciso, pregno di sfumature e arrangiato con grande maestria. Insieme a Tommaso (voce, chitarra acustica, harmonica) troviamo una serie di musicisti perfetti per interpretare le idee del veneto, che già dalle prime tracce denota una crescita complessiva non indifferente rispetto al recente passato. Il gusto di Song of joy, impreziosita dall’organo di Stella Burns (Gianluca Maria Sorace, che troviamo impegnato anche alla chitarra e al piano), Kittila e la title track che vengono invece elevate dal violoncello di Linda Varagnolo, mentre Andrea Sambo orchestra e suona il piano in Every moment has its colour, ma è l’intero lavoro ad esaltare il collettivo, completato dalle performance di Luca Swanz Andriolo del progetto Dead Cat in a Bag (chitarra, e-bow, banjio), Lorenzo Mazzilli (basso, batteria), Matteo Dall’Aglio (batteria, shaker), Alessandro Arcuri (basso fretless), Linda Nordio (voce) e Tin Sky (voce). Folk americano composto con sapienza e ricco di splendide suggestioni, che trovano nella voce di Tommaso un canale preferenziale per raccontare con intensità la natura finlandese e le sue mille declinazioni. (Luigi Cattaneo)

Lost souls (Video)



lunedì 1 luglio 2024

PULSAR, Nebula (2022)

 

Uscito nel 2022, Nebula segnava il ritorno del progetto Pulsar, valido esempio di ambient elettronico sviluppato attorno a piano, sintetizzatori e batteria. L’ambizioso lavoro di Leonardo Pucci (già batterista degli Espada e dei Danny Mellow) parte subito forte con un trittico fortemente elettronico (Helium, che vede la presenza di Laura Agnusdei al sax, Hydrogen e Dust) e legato al tema dello Spazio e del viaggio all’interno di una nebulosa, mentre altri momenti del disco nascono dall’utilizzo di strumenti acustici, che condizionano la cura melodica insita in certi evocativi passaggi. Non mancano i riferimenti ad artisti come Olafur Arnalds e Nils Frahm, ma è la personalità di Pucci a creare suggestioni tenui e avvolgenti, merito anche di una scrittura che prevede l’uso del piano acustico e del sax. Elettronica sì ma non solo, perché in Nebula convivono anche psichedelia, post, classica contemporanea e in parte Kosmische Musik, ed è proprio la title track uno degli esempi maggiormente calzanti, registrata con un piano preparato con una campanella di ottone, chitarra suonata con l’archetto, synth, il sax e l’harmonium. Distant waves apre la seconda parte dell’album in modo ipnotico, una carica immaginifica che sfocia nella seguente Floating clouds (di nuovo con la Agnusdei), un trip spaziale che prosegue con All of a sudden e termina con la memorabile Forgotten wind, ottima chiusura di un’opera coraggiosa e significativa. (Luigi Cattaneo)

Nebula (Video)