Uscito lo scorso anno, Alexithymia
è il nuovo disco di Vittorio Solimene, pianista romano (ma di origini
napoletane) che già aveva fatto parlare di sé per il precedente Urlo Piano.
Accompagnato dagli ottimi Lorenzo Simoni (sax), Alessandro Bintzios
(contrabbasso) e Michele Santoleri (batteria), Solimene firma un album formato
solo da brani originali, mostrando una verve creativa non indifferente, che si
traduce in uno spettro sonoro dagli allargati orizzonti, dove troviamo sì i
classici elementi jazz ma anche una vena cameristica non usuale, aspetto che marchia
la natura del progetto. Basti ascoltare brani variopinti come And the sun
rises e Invisible walls, ma anche gli evocativi soffi poetici di Roots
and wings e The old man in Estella per comprendere la portata di Alexithymia
(che per l’appunto in greco significa emozioni senza parole). Si sviluppano
così sensazioni lontane, ricordi, anche sfumati, ma vivi, un approccio
concettuale puro, in cui il quartetto si esprime come essere unico, una
sintassi resasi tale attraverso un lavoro collettivo, spirito guida di un’opera
che è viaggio e visione, paesaggi che abbagliano e incontri che definiscono
esperienze. Solo così Solimene arriva a comunicare direttamente con chi
ascolta, definendo Alexithyma per quello che è, un lavoro autentico e immaginifico.
(Luigi Cattaneo)
The old man in Estella (Video)
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