Inaspettato
ritorno sul mercato per gli Odessa, sorprendente per la scelta di lavorare
sullo storico esordio del 1999 (uscito per Mellow Records e ormai da tempo
esaurito), qui riproposto in una veste inedita e decisamente efficace. La band si
è quindi confrontata con un piccolo classico del progressive italiano anni ’90,
forti di una maggiore maturità, che li ha portati a ricreare l’opera con nuovi
suoni e fresche intuizioni. È tutto questo difatti Stazione Getsemani XXV, uscito nel 2024 per Lizard Records, un album
che rispetta la versione originale, giustamente, ma che qui si carica di vitale
dinamicità, in un collegamento tra epoche mai semplice da attuare. Lorenzo Giovagnoli,
anima della band, confeziona una grande prestazione alle tastiere e alla voce, tecnicamente
ineccepibile ma anche misurato e caldo laddove ce ne sia bisogno, così come
meritorio è il lavoro di Giulio Vampa, chitarrista che sa essere ora più
elegante, ora maggiormente robusto. Non sono da meno Valerio De Angelis al basso
e Marco Fabbri alla batteria (noto per la sua militanza nel progetto The
Watch), che formano una sezione ritmica corposa e fantasiosa, oltre che Gianluca
Milanese al flauto traverso (già membro di un'atra band da riscoprire, gli Aria
Palea), un musicista raffinato ed espressivo, che ha impreziosito con i suoi
interventi il disco. Ha perfettamente ragione Marina Montobbio, ideatrice di
questa riedizione, che nelle note del booklet ricorda come la Bellezza sia immortale,
unica cosa che può salvarci anche attraverso l’orrore dei nostri giorni. (Luigi
Cattaneo)
Nessun commento:
Posta un commento