Particolare
lavoro targato Cry Baby, progetto che vede coinvolti Sabrina Meyer (voce,
basso), Alberto Popolla (basso, chitarra, clarinetto) e Ferdinando Faraò (batteria), trio
che sotto l’egida della Filibusta Records ha pubblicato nel 2024 Under cover of night. L’intricato lavoro
ritmico sostiene per tutta la durata dell’album le evoluzioni vocali della
Meyer, a tratti davvero fenomenale, un connubio che porta a intersecare visioni
psichedeliche con movimenti folk, partiture in odore di R.I.O. che sposano
tangenti jazz, il tutto legato insieme da una certa dose di azzardo, che
conduce ad un caleidoscopio di suoni mai definitivo. Le eleganti suggestioni di
cui è intriso il disco rimandano ad un immaginario brumoso, fosco, in cui l’utilizzo
del doppio basso rileva la materia cupa di cui si ciba l’opera, che sa essere
sperimentale ma non ripiegata su sé stessa, scevra di canoni stabiliti su cui
adagiarsi, quanto più libera da steccati di sorta. La sperimentazione del
terzetto non è mai autocelebrativa o criptica, è calata all’interno di brani
scritti, dove vi è un messaggio di fondo che arriva all’ascoltatore e sa affascinare,
come avviene sin dalle iniziali note di Run,
ma non fanno difetto neppure brani come Catholic
Architecture (di Robert Wyatt), Black
is the color (un traditional della regione dei monti Appalachi) o Winter, ottimi episodi di un esordio
intenso e coraggioso. (Luigi Cattaneo)
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