Mi ero occupato del primo
lavoro del progetto Tacet Tacet Tacet di Francesco Zedde una decina di anni fa,
proprio dalle pagine del blog, ed è un piacere ritrovarlo ora con Fickle (in mezzo due ep, un full,
collaborazioni con artisti come Mark Stewart del Pop Group e Lili Refrain ma
anche esibizioni live a nome Tonto e Lampredonto, altre due interessanti creature
del marchigiano). Drone, ambient, elettronica e suoni concreti alimentano
passaggi di grande pathos, nati dalla sapiente manipolazione fatta da Zedde di materiale
prevalentemente strumentale, lavorati e trasformati con creatività e spirito
innovativo. Nel disco ritroviamo quindi non solo lo sperimentalismo di John
Cage ma anche le atmosfere care a Òlafur Arnalds, lo spettro del Ben Frost più
malinconico e l’eco delle prime produzioni targate Mùm, aspetti che emergono in
Dissimulation, inquietante e oscura, Pertinence, tra beat elettronici e suoni
di chitarra processati, e Welter,
maggiormente rilassata e serena. Non sono affatto da meno Gamble, con le sue ritmiche compatte, Unfocus, ammaliante nel suo teso crescendo, e la conclusiva Recurrence, lunga traccia davvero
suggestiva e ipnotica, perfetto epitaffio di un album che troverà più di un
estimatore tra gli amanti dell’elettronica. (Luigi Cattaneo)
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