Debutto per i francesi
Oddleaf, quintetto formato da Olivier Orlando (basso, chitarra), Carina Taurer
(tastiere), Adeline Gurtner (voce), Mathieu Rossi (flauto) e Clèment Curaudeau
(batteria), che con Where ideal and denial collide firmano un esordio
che profuma di classico, non solo per la vicinanza a certo rock progressivo
settantiano, ma anche per la qualità davvero alta della proposta. Una delle
uscite più interessanti del 2024, grazie ad una freschezza compositiva notevole
e a quello sguardo, malinconico e appassionato, che si posa sovente sul periodo
di maggior gloria del genere, quando il sinfonico di Yes e Camel faceva presa
anche sui giovanissimi. I brani scorrono via con grande piacevolezza, pur
risultando lunghi e laboriosi (basti ascoltare Life e Coexistence
part I, entrambe sopra i 10 minuti), merito di una scrittura matura e
raffinata, che permette ai francesi di non mostrare mai cedimenti lungo l’arco
dei 55 minuti dell’album. Le trame tastieristiche della Taurer (anche
compositrice dei brani) incontrano il flauto di Rossi, un interplay che viene
sostenuto da una coppia ritmica fantasiosa, su cui si muove agile la Gurtner,
aspetti corali che troviamo nella splendida Back in time, dove è grande
l’attenzione per arrangiamenti ricchi e sviluppi articolati. Caratteristiche che
non fanno difetto nemmeno in Ethereal melodies, altro episodio che
conferma il gusto dei transalpini, bravissimi nel siglare un’opera che trova il
suo bacino d’utenza non solo nei fan di un certo progressive vintage ma anche
in quelli cresciuti con Mostly Autumn o Magenta. (Luigi Cattaneo)
Life (Video)
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