venerdì 29 agosto 2025

DOS, Tech Humana (2025)

 


Sotto la sigla DOS (Duo Onirico Sonoro) si celano Annalisa De Feo (piano, voce, elettronica) e Livia De Romanis (violoncello, elettronica), che portano avanti il progetto con l’uscita di Tech Humana (il precedente Floating era del 2023), amplificando il dualismo tra acustico ed elettronico, sviluppato in maniera affascinante dalle due musiciste. L’aurea sperimentale dell’album si percepisce sin dall’iniziale Thin spark, che evolve in maniera naturale nella seguente All about thinking, in cui troviamo Jacopo Ferrazza al contrabbasso, mentre Kalim si imbeve di world. Ottime Shifting landscapes, arricchita dal sax e dall’elettronica di Simone Alessandrini, e Growing spiral, avvolgente e ipnotica nel suo incedere. Un lavoro coraggioso, da ascoltare con estrema cura, unico modo possibile per cogliere tutte le sfumature insite in Tech Humana. (Luigi Cattaneo)

mercoledì 27 agosto 2025

URBAN CAIRO, Dysphoria (2024)



Interessante ritorno per gli Urban Cairo, classico trio alternative rock influenzato dal garage e dal grunge dei primi Nirvana, che dopo Nowhere in particular del 2019 si affaccia nuovamente sul mercato discografico con Dysphoria. Un lavoro autobiografico in cui troviamo il racconto personale di una vita in provincia, una valvola di sfogo che sfocia in brani pungenti e dal piglio punk, volutamente urticanti ma capaci anche di essere godibili. Un disco breve ma intenso, opportunamente grezzo, una scheggia ribelle in un mondo sempre più di plastica, figlia della voglia della band di scuotere e scuotersi, lontana da ogni levigata raffinatezza in favore di un approccio lo-fi senza compromessi. (Luigi Cattaneo)

mercoledì 20 agosto 2025

OLOGRAM, La mia scia (2024)



Secondo lavoro targato Ologram, band dei fratelli Giannì (Lorenzo alle chitarre, Dario al basso e alle tastiere e Roberto alle tastiere e al pianoforte) a cui vanno aggiunti Fabio Speranza (voce) e Giovanni Spadaro (batteria, percussioni, batteria elettronica). Gruppi come P.F.M. e Le Orme paiono tra le ispirazioni principali delle trame architettate da Dario (autore principale di musica e testi, ex Anèma) e compagni, che confermano l’amore per suggestivi sviluppi in chiaroscuro (già emersi nel precedente La nebbia del 2022) e strutture legate alla forma canzone, seppure raffinata e attenta al particolare. Un disco breve, poco più di 30 minuti in cui La mia scia racconta di un gruppo appassionato, che non ha la pretesa di inventare qualcosa di nuovo, ma capace di scrivere brani sempre godibili, come la strumentale Descent, in cui troviamo Gabriele Agosta al Fender e al moog (oltre che Matteo Blundo al violino), quasi un membro aggiunto che con il suo organo Crumar colora altri episodi del disco, su tutte Luna piena. Interessante anche la costruzione di Jacaranda, che si muove suadente tra tappeti di archi e folk acustico, lasciando l’impressione che questa possa essere una delle strade percorribili in futuro dai siciliani. Forse rispetto all’esordio non c’è stato il definitivo salto di qualità, quanto più la conferma di un progetto solido e strutturato. (Luigi Cattaneo)


martedì 19 agosto 2025

WHEELS OF FIRE, All in (2025)

 


Tornano a distanza di sei anni i Wheels of Fire, band di cui avevamo parlato ai tempi dell’uscita del precedente e validissimo Begin Again. Sempre sotto l’egida dell’Atomic Stuff (una garanzia dell’hard rock italiano), viene pubblicato ora All in, un lavoro che continua a guardare, seppur senza nostalgia, agli anni ’80 del genere, grazie anche alla raffinata scrittura di Davide Barbieri (voce, tastiere) e Stefano Zeni (chitarra), senza dimenticare i testi di Marilena Ferranti, quasi un membro aggiunto alla line up, che si completa con Simon Dredo (new entry al basso) e Fabrizio Uccellini (batteria). Tra chorus di grande impatto, riff diretti e senza fronzoli e una sezione ritmica precisa e corposa, si sviluppa un disco molto consigliato agli amanti dell’hard melodico, quello dei Bon Jovi o dei Danger Danger, ma anche di band contemporanee nostrane come Nightblaze o Room Experience. Pezzi come Fool’s paradise, End of time, Under your spell o Emptv risultano dotate di una carica live innata, conferma avuta anche nel recente show di Rho (Milano) in apertura ai Wings of Steel. Potete acquistare All in al seguente link https://www.wheelsoffireofficial.com/ (Luigi Cattaneo)

ATARAXIC VOID, Broken shadow (singolo 2025)



Con il nuovo singolo Broken Shadow, gli Ataraxic Void affrontano un tema profondo e universale: la lotta contro i propri demoni interiori. Quelli che, anche quando ci si sente al sicuro, possono riemergere all’improvviso, alterando radicalmente la percezione di sé e del mondo.

Memorie adolescenziali ancora impresse sull'anima, ricordo del desiderio autodistruttivo che porta all’autolesionismo e dell’incomprensione spesso ricevuta da chi dovrebbe offrire aiuto. Che sia davanti allo specchio o nell'ombra proiettata sul muro, il protagonista si vede rotto, difettoso, mostruoso.

Questo racconto crudo e introspettivo dà origine a una linea vocale esplosiva, che affonda gli artigli su un sound pesante e distorto: chitarre taglienti e basso imponente creano un’atmosfera densa nel solco di band come Staind, Godsmack, Shinedown, con parentesi plumbee in cui fanno capolino gli Alice in Chains.

La colonna sonora di chi non smette mai di combattere.

Ascolta Broken shadow su Youtube qui https://www.youtube.com/watch?v=niLt_QNlLWM&ab_channel=AtaraxicVoid-Topic

O sulla tua piattaforma preferita qui https://orcd.co/ataraxicvoid-brokenshadow


Gli Ataraxic Void nascono nel 2019 dall’urgenza creativa di Franz, chitarrista, cantante e autore, che decide di tornare alla musica dopo oltre un decennio di inattività. Le sue influenze spaziano dal grunge all’alternative, con riferimenti a band come Alter Bridge, Tool e Queens of the Stone Age. I suoi testi indagano le profondità dell’animo umano, tra morte, fragilità e alienazione.

Dopo alcuni cambi di formazione, la band trova stabilità tra il 2021 e il 2023 con l’arrivo del batterista Sal, già attivo in progetti come Sakem, Blazing Clash e Rockin’ 1000, che aggiunge precisione e groove alla sezione ritmica, del bassista Vinz, appassionato di crossover e autore di linee essenziali ma riconoscibili, e infine di Andre, chitarrista, cantante e autore con una lunga esperienza da musicista e content creator, il cui stile unisce sonorità rock anni ’80 e ’90.
Insieme danno vita a un progetto alternative rock che fonde post-grunge e crossover, arrivando alla realizzazione dell’album di prossima uscita Anthems for Those Who Are Stranded in a Blind Spot, frutto della fusione delle loro esperienze e visioni musicali.

sabato 16 agosto 2025

ENZØ, Noisy ass makes you smile (2024)

 

Esordio per gli Enzø, particolare duo formato da Romano Monero al basso e Danilo Peccerella alla batteria (anche se è giusto ricordare due ep e un live split con The Mushrooms precedenti a questa uscita), che propongono con Noisy ass makes you smile un full distorto e aggressivo, oscuro e nichilista. Caos e sarcasmo vanno a braccetto all’interno di in lavoro dove le linee ritmiche create appaiono subito pesanti come macigni, così come le due voci, che tra parti meno spigolose e altre decisamente debordanti, si fanno megafono di versi ironici e testi disillusi, tra alternative rock, noise, post punk e sludge. Si susseguono così brani ben costruiti come Gimme a reason, Walkin’ the streetsPigface e Everything is better than God, pezzi sporchi e senza compromessi ma con il giusto groove per coinvolgere chi ascolta l’album. Noisy Ass Makes You Smile è il suono di chi non ha più voglia di sopportare, ma non ha intenzione di arrendersi. Ascoltalo a tutto volume, sorridi, manda tutto a quel paese e divertiti. Noi siamo Enzø e questo è il nostro circo. Questo il messaggio del duo, che è riuscito ad esprimere tutta la propria rabbia, in una sorta di liberazione catartica dal quotidiano, senza ricercare appigli, vie semplicistiche o facili consensi. (Luigi Cattaneo)


martedì 12 agosto 2025

DARK REDEEMER, Harvester of sorrow (singolo 2025)



Harvester of Sorrow è uno dei brani più cupi dei Metallica: già nei versi iniziali “My life suffocates / Planting seeds of hate/ I've loved, turned to hate” i demoni di Hetfield si palesano e prendono vita, sfilando come spettri su una passerella infuocata, accompagnati da un sound saturo, nero, opprimente. Frustrazione, dolore, annientamento: tutto si coagula in un un immaginario di miseria e desolazione.

I Dark Redeemer scelgono di dare nuova voce a questi demoni e non solo: li esasperano, li moltiplicano, ne chiamano a raccolta altri, i loro personali. Si immergono nello spirito originale e lo elevano all'ennesima potenza.

Questa versione death metal di Harvester of Sorrow è violenta, atmosferica e malata: se le bacchette picchiano possenti sulle pelli come un esercito di fabbri, le tastiere avvolgono tutto con un'aura maligna e tetra; il growl divora ogni barlume di luce mentre le corde si fanno ancora più taglienti e abissali.

Il lyric video, apocalittico e angosciante, amplifica la sensazione di distruzione e rovina e contribuisce a portare Harvester of Sorrow ai confini estremi dell'oscurità.

Il brano è già disponibile su tutte le piattaforme digitali.

Guarda il lyric video qui https://www.youtube.com/watch?v=XxAOzsL4CQ4&ab_channel=DarkRedeemer

Dark Redeemer nascono in Italia nell’estate del 2018 dalle ceneri degli Aleph, band progressive death metal con quattro album all’attivo tra il 2006 e il 2018. È in quel momento che i quattro deathsters decidono di sconvolgere le coordinate sonore della band, abbandonando le influenze più tecniche per dedicarsi a un sound più diretto e feroce: un incontro tra l’impatto tellurico del death svedese (Grave, Dismember, Entombed) e quello del death statunitense (Obituary, Morbid Angel, Immolation). Il risultato è un assalto sonoro old school, senza compromessi e dalla forte identità.

I Dark Redeemer non lasciano respiro all’ascoltatore, trascinandolo in un possente vortice di violenza e malignità. Un'onda nera dal profondo, un ritorno alle radici del “Suono della Morte”.

Il debutto discografico dei Dark Redeemer, Into the Deep Black, pubblicato da Blasphemous Records nel 2021, ha ricevuto distribuzione internazionale attraverso Sleazy Records (USA), Code 7 (Europa), Wormhole Death Japan, Fans and Bands (Messico), Egea Music (Italia) e in digitale su tutte le piattaforme.

Dopo la pubblicazione della loro brutale versione di Harvester of Sorrow, i Dark Redeemer sono al lavoro sul loro secondo album, in arrivo entro la fine dell’anno. Promettono un nuovo capitolo ancora più oscuro e violento, che proviene direttamente dal cuore delle tenebre.

La line-up è composta da Dave Battaglia (voce, chitarra), Manuel Togni (batteria), Giulio Gasperini (tastiere) e Antonio Ceresoli (basso).


lunedì 11 agosto 2025

BSDE 4TET, Live at Parma Jazz Frontiere (2024)

 


Ci eravamo già occupati del BSDE 4tet in occasione dell’uscita del primo album Elevating Jazz Music Vol.1, ed è un piacere ritrovare il gruppo guidato dal sassofonista Daniele Nasi, mente dietro il progetto, coadiuvato da Jung Taek Hwang al piano, Giacomo Marzi al contrabbasso e dalla new entry Mattia Galeotti alla batteria. La registrazione, avvenuta al Parma Jazz Frontiere Festival il 14 ottobre del 2023, mostra un quartetto coeso, che si muove sicuro nell’intreccio complesso di brani come Drowning in guilt o Waltz for Palestine, interazione che troviamo sia quando ci troviamo dinnanzi ai pezzi dell’esordio, sia quando ascoltiamo nuove composizioni. Questa capacità di muoversi come un blocco unico marchia anche la notturna Callin’, così come elegante e creativa appare 7 is the new 5, mentre la conclusiva Nord scream 2, South screams too, ispirata dai tragici fatti ucraini, è l’ideale chiusura di un live solido e suggestivo. (Luigi Cattaneo)

Oddly enough (Video)



domenica 10 agosto 2025

PINO SCOTTO, The devil's call (2025)



Nuovo lavoro per Pino Scotto, storica voce dei Vanadium e del rock metal italiano, ancora ispirato e convincente dopo più di 40 anni di carriera. The devil’s call si muove tra riflessioni e denunce, con l’inconfondibile voce di Pino accompagnata dall’enorme lavoro di Steve Angarthal (chitarra, basso, ukulele, mandola, tastiere, percussioni) e da Sergio Ratti (batteria, percussioni), un trio allargato dalla presenza in varie tracce di significativi ospiti. Come da tradizione Scotto si muove tra hard rock e blues, r’n’r e southern, una miscellanea di suoni che si contaminano, a formare un’antologia di influenze declinate secondo la personalità del vocalist napoletano. L’iniziale No fear no shame ha il merito di aprire con grande freschezza l’album, anche grazie alla presenza al piano di Mauri Belluzzo, che ritroviamo in A dozen souls, insieme alla chitarra di Osvaldo Di Dio (Franco Battiato, Cristiano De Andrè, Gianni Morandi), altro brano ricco di forza e pathos. Notevoli anche Afraid of living, in cui appare la chitarra di Paolo Bonfanti, e Catch 22, dove invece c’è un chitarrista purtroppo poco citato nel panorama italiano, Maurizio Glielmo della Gnola Blues Band (ed ex Treves Blues Band, nonché attivo nel gruppo di Davide Van de Sfroos), brano ispirato al romando di Joseph Heller. Altro grande chitarrista è Gennaro Porcelli (Edoardo Bennato), che dona la sua arte in Big Mama, un attacco all’America portatrice di potere e peccati, mentre l’organo di Enzo Messina (una collaborazione ventennale con Francesco Renga) colora le ottime A time for war e Good and evil dance. Un ritorno profondo e viscerale per una delle icone del rock nostrano, che forse ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato, in quanto, con i Vanadium, è stato tra i primi ad approcciarsi in maniera seria e professionale al genere, che ad inizio anni ’80 iniziava a fare i primi proseliti in Italia. Per acquistare o ascoltare l’album potete cliccare sul seguente link https://open.spotify.com/intl-it/album/0dCqdtcXEwv5T5QWgolehr (Luigi Cattaneo)


True friend (Video)





sabato 9 agosto 2025

RUSTY GROOVE, I'll taste you later! (2024)

 


Ci eravamo già occupati dei Rusty Groove con il precedente Dips (2020), ed è un piacere ritrovare Igor Marongiu (chitarra) insieme a Maurizio Giroldo (voce, basso) e la new entry Yuri Dell’Oste (batteria), una formazione rinnovata ma che continua a guardare al rock blues verace e sanguigno di ZZ Top e Jeff Beck. I’ll taste you later! si muove quindi lungo coordinate già apprezzate, confermando l’amore per certi suoni prorompenti, seppure levigati da anni di esperienza e una complessiva maturità di scrittura, che ha portato Igor, autore di 9 dei 10 brani presenti, alla creazione di un lavoro ispirato e altamente godibile. 



Tanti gli spunti interessanti in questo ritorno, che oscilla, elegante, tra hard blues, folk e Americana, mostrando tutta la verve del trio di Dronero (Cuneo), che ha sviluppato soluzioni sì potenti e senza fronzoli ma anche ricche di sfumature (basti ascoltare le due versioni di Black Drake Town, Rouge o Sandcastle). Il disco è disponibile al seguente link https://open.spotify.com/intl-it/album/2pO8WieXhI8JAyTFZ4tCxg (Luigi Cattaneo)

giovedì 7 agosto 2025

SONS OF SHIT, Freakshow (2023)

 


La seconda uscita del progetto Sons of Shit (dopo un ep del 2021), uscita nel 2023 tramite Overdub Recordings, vedeva il quartetto mantovano, formatosi tra la prima e la seconda ondata del Covid 19, muoversi tra crossover, rap e funky metal, pulsioni inquiete nate da riflessioni qui narrate con un velato alone di noir. Le tematiche cupe di cui è intrisa questa breve opera non sempre sono però adeguatamente sostenute dal giusto mordente, aspetto che sovente non permette di far emergere con sufficiente forza la carica eversiva che si percepisce nella musica e nei messaggi dei lombardi. Un peccato, vista la sfrontatezza e l’irriverenza senza filtri che si palesa nelle tracce di questo Freashow, manifesto di un’attitudine sincera e sfrontata, atta a schernire il finto perbenismo imperante dell’attuale società. (Luigi Cattaneo)

WALNUT TREE, Lie (2023)

 


Uscito nel 2023, Lie segnava il debutto dei Walnut Tree, band formata da Sara Maiorano (voce), Michele Meoli (chitarra, voce), Michele Perugini (basso) e Patrizio Petriella (batteria). Alternative rock e new metal vanno a braccetto in un ep d’esordio interessante, con i sette brani che scivolano via, magari senza particolari sussulti, ma anche senza cadute di tono. L’album ha il merito di presentare una band già rodata (l’anno di formazione è il 2019), che si muove con sicurezza lungo traiettorie tracciate, in cui troviamo i Sevendust e gli Evanescence, ma anche gruppi nostrani come Endless Harmony e Heretic’s Dream. I 26 minuti del disco vedono la Maiorano grande protagonista, con la voce di Meoli che si inserisce con il growl in qualche passaggio, a sostegno di riff ben calibrati e una sezione ritmica coesa. Un primo passo sicuramente gradevole, in attesa di un secondo episodio in cui è lecito attendersi una crescita complessiva da parte del quartetto. (Luigi Cattaneo)


mercoledì 6 agosto 2025

HELICON, Star's end (singolo 2025)



Star’s End, il nuovo singolo degli Helikon, è un viaggio crudo e potente tra luce e oscurità, un tuffo nell’abisso emotivo che si apre quando tutto sembra crollare. Non è una ballata sulla fine — è un grido lucido, una riflessione elettrica sulla trasformazione che nasce proprio nel momento in cui ogni certezza si sgretola. La fine, qui, non è resa: è l’inizio di qualcos’altro. È la scintilla che accende un nuovo fuoco.

La traccia racconta la paura dell’ignoto, il dolore della perdita, la sensazione di essere sospesi nel vuoto. Ma sotto la cenere resta una fiamma. E quel fuoco cresce, vibra, brucia di cambiamento.

Il brano è un cammino tra rovine e stelle, una corsa a occhi chiusi verso il confine tra ciò che siamo stati e ciò che potremmo diventare. Parla a chi ha toccato il fondo e ha scelto di non spegnersi, ma di risalire. A chi ha perso tutto ma ha trovato se stesso in mezzo al silenzio.

Star’s End è un inno fragile e feroce alla rinascita, dalle sonorità prog affini ad Haken e Leprous. Perché anche quando l’ultima stella si spegne, qualcosa può ancora nascere. Qualcosa di nuovo. Qualcosa che suona vero.

Ascolta Star's End su Youtube qui https://www.youtube.com/watch?v=rsUCfDfQA7I&list=OLAK5uy_mQreq0CK3gbjZENZIf8T8ruR5WXB_znuE

O sulla tua piattaforma preferita qui https://ffm.to/helikon-starsend

Gli Helikon nascono in Italia nell'estate del 2016, come un progetto principalmente orientato verso la musica Thrash e Heavy metal. Fin dall'inizio hanno collaborato con Eagle Booking, grazie alla quale hanno iniziato a esibirsi sui palchi di eventi importanti. Tra i vari concerti, hanno avuto l'onore di condividere il palco con band come Rhapsody of Fire, Seventh Wonder, Manilla Road, Onkel Tom, In.Si.Dia, Picture, Furor Gallico e molte altre.

Il genere che attualmente esplorano è quello del prog metal.

Dal 2019 al 2023 hanno collaborato con Cerberus Booking e Ad Noctem Records. Attualmente, lavorano con Sorry Mom!.


martedì 5 agosto 2025

MARCO MATTEI, Age of fragility (2025)

 


Nuovo album per Marco Mattei, autore di cui avevamo già parlato ai tempi dell’uscita del suo esordio, Out of control, un’opera prima di ottimo livello uscita nel 2021. In Age of fragility Mattei, che si divide tra chitarra, bouzouki, percussioni, tastiere ed elettronica, si fa accompagnare da un ensemble allargato, in cui spiccano Tony Levin (basso), Jerry Marotta (batteria, percussioni), Duilio Galioto (tastiere, piano) e Trey Gunn (Warr guitar), più una serie di cantanti che hanno interpretato le trame organizzate da Marco. Tra cantautorato e progressive rock, si sviluppa un disco raffinato ed elegante, velato di malinconia e pieno di rifiniture, dettagli che hanno contribuito ad innalzare la qualità complessiva di Age of fragility. Il concept, registrato ai Dreamland Studios di Woodstock (NY), tratta tematiche come l’isolamento, l’indifferenza, la fragilità delle relazioni, la depressione, e lo fa con una sensibilità rara, espressa in brani come So fragile, End of the line o Just tired. L’aver composto l’album soprattutto partendo dall’utilizzo di pianoforte e tastiere ha portato l’autore ad avere una nuova prospettiva della sua arte, ancor più matura e profonda, così come appare evidente l’apporto dei musicisti coinvolti, tutti notevoli. Il percorso artistico di Mattei arriva con questo ritorno a far combaciare le varie influenze che risiedono nella sua musica, che si muove disinvolta tra Peter Gabriel, Paul Simon e Pink Floyd. Per acquistare o ascoltare il disco potete visitare la pagina https://marcomattei3star.bandcamp.com/album/age-of-fragility (Luigi Cattaneo)

venerdì 1 agosto 2025

BLIND GOLEM, Wunderkammer (2024)

 

Uscito nel 2024, Wunderkammer segnava il ritorno dei Blind Golem, dopo l’ottimo esordio A dream of fantasy del 2021. Nessuna novità nella proposta del quintetto formato da Andrea Vilardo (voce, già con i Moto Armonico), Silvano Zago (chitarra, attivo con gli ottimi Bullfrog), Simone Bistaffa (tastiere, Hammond, piano, ha collaborato con lo storico bluesman Tolo Marton), Francesco Dalla Riva (basso, anche lui membro dei Bullfrog) e Walter Mantovanelli (batteria, un passato con Paul Chain), che ripropone un solidissimo hard rock settantiano tra Uriah Heep, Deep Purple e Lucifer’s friend, band tedesca dalla lunga discografia. Le trame di questa seconda prova (sempre tramite Andromeda Relix) confermano l’amore per certe melodie lontane nel tempo dei veronesi, capaci di donare una certa epicità a tutto il lavoro, davvero brillante e coeso. Brani come Man of many tricks, How tomorrow feels (cantata da Dalla Riva) o Born liars mostrano le doti di scrittura dei veneti, sempre più maturi e consapevoli sulla strada da percorrere, a dispetto di qualunque moda passeggera. Nota di merito per l’artwork ad opera di Rodney Matthews (che si era occupato anche del precedente album), uno dei grandi illustratori del rock, autore di cover per Magnum, Asia e Tygers of Pan Tang (giusto per fare qualche nome), corollario significativo di un disco altamente consigliato agli amanti di certe immortali sonorità. (Luigi Cattaneo)

Born liars (Video)