domenica 11 novembre 2018

LAVIÁNTICA, The experience (2018)

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The experience è il secondo album dei Laviàntica, band romana nata sul finire degli ’80 come Alterego, sulla scia di gruppi come Marillion, Twelfth Night, Ezra Winston e Leviathan. Dopo Clessidra del 2013 (di cui avevamo parlato su queste pagine) ha deciso di dare una svolta al proprio sound, ora interamente strumentale, sinfonico e suonato con bravura da Daniele Sorrenti (flauto, minimoog e vibrafono, già con gli storici Semiramis), Luciano Stendardi (piano e tastiere), Paolo Musolino (tastiere e chitarra acustica), Marco Palma (chitarra), Paolo Perilli (basso) e Marco Rovinelli (batteria). Il concept racconta in musica l’esperienza di Galbat, un essere immaginario proveniente da uno spazio immateriale, che decide di esplorare il nostro mondo fisico, a lui ignoto (l’intera storia è descritta con efficacia nel booklet). Ovviamente narrare senza l’ausilio testuale prevede la grande capacità di saper comunicare, di trasportare in un mondo immaginifico dove le note suggeriscono emozioni, un filo narrativo non semplice da gestire che rende la prova del sestetto ancora più meritevole di sostegno. I primi due pezzi sono la sintesi dei nuovi Laviàntica, The journey e Breathing flower riassumono in venti minuti complessivi sfumature settantiane, delicati interventi flautistici e raffinate tastiere, tra Camel, prog classicheggiante e romanticismo, strutture tenui pur nella loro complessità, a cui si aggiungono le note di Fabrizia Pandimiglio al violoncello nella seconda composizione. Closer si assesta su buoni livelli, tra parti lievi e robuste intrusioni dei sintetizzatori, a cui fa eco Artificial thought, pezzi che confermano le doti di scrittura e le migliorie sostanziali rispetto al recente passato. La soave e impalpabile The wait introduce Traveler, ottima conclusione di un come back che mostra il salto di qualità avvenuto in questi cinque anni dai capitolini. (Luigi Cattaneo).
 
The Journey (Video)
 

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