Nati cinque anni fa
come Rider’s Bone da un’idea di Martino Pighi (batteria) ed Eleonora Nory
Mantovani (voce), la formazione, dopo i consueti cambi di line up, si
stabilizza con l’arrivo di Nicolò La Torre (chitarra) e Matteo Valle
(batteria), un quartetto che trova il proprio punto di forza nell’impatto live
e che con il monicker Desounder affronta la prima prova in studio (dopo aver
firmato per la veronese Andromeda Relix). Rock contemporaneo capace anche di
guardare ai classici, senza fronzoli ma con qualità tecnica, melodico e aperto
all’inserimento di pulsioni blues e black, come suggeriscono i concerti di
spalla a Mike Terrana, all’indimenticato Rudy Rotta, a JC Cinel e agli
stralunati The Mentalettes. L’iniziale Man
from the moon è perfetta per introdurci nell’universo del quartetto, con il
suo andamento serrato e la voce della Mantovani in primo piano. Dear John presenta una raffinata sezione
fiati, che aggiunge groove alla proposta, Pain
torna su territori maggiormente rock, mostrando aggressività e una giusta
dose di irruenza, complice anche la partecipazione di Alessandro Zara della
prog band Il Rumore Bianco, ospite che ritroviamo anche in I take my time, una ballata elettrica che mette in mostra anche
un’altra veste della compagine veneta. Prisoner
è un altro momento vibrante e dal cuore rock, mentre un introduzione blues apre
le porte di King of nothing, che poi
si sviluppa tra riff hard e un chorus accattivante. The void of absence accentua il lato drammatico della proposta, con
Zara e la Mantovani autori di una prova convincente e molto sentita, che punta
sull’aspetto emotivo di una delle tracce più riuscite dell’intero lavoro. Save our souls mostra l’innata capacità
della band di creare soluzioni che abbinano con efficacia impatto e grandi
aperture melodiche, un trademark che accompagna per intero questo esordio e che
non fa difetto nemmeno nella conclusiva You
fall again, epitaffio di un disco coinvolgente e pieno di sana passione.
(Luigi Cattaneo)
Official Album Teaser
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