mercoledì 12 aprile 2023

RETURNED TO THE EARTH, Fall of the watcher (2022)

 

Quarto album per i Returned to the Earth, gruppo formato da Robin Peachey (voce, chitarra, tastiere), Paul Johnston (batteria, chitarra, tastiere) e Steve Peachey (tastiere), ancora poco conosciuto qui in Italia ma davvero meritevole di essere apprezzato. Fall of the watcher prende le mosse dai Porcupine Tree degli anni ’90, dai Pineapple Thief (il lavoro è stato masterizzato tra l’altro da Steve Kitch della stessa band) e dagli Airbag, ma anche dai nostrani No Man e dagli Anathema più malinconici. Il risultato è a tratti stupefacente, tra melodie dolorose e atmosfere filmiche, fraseggi che collimano con stati umorali ombrosi e la dote non comune di saper emozionare con disarmante semplicità. Prog, psichedelia, pop sinfonico, un eccellente fusione di aspetti che spesso vengono solo accennati ma che abbagliano proprio per la delicata misura con cui posti, un’ipnosi che trova riscontro in brani come la title track o White room, in cui gli inglesi mostrano di avere una propria idea di progressive e di coltivarla con cura e dedizione. La capacità di sviluppare attorno alla forma canzone complesse costruzioni esecutive è pregio innato del trio, anche per via di un songwriting che punta molto al pathos, basti ascoltare Drowning e Sacrificed in vain, episodi suggestivi e di grande trasporto. La sontuosa Lack of information e la raffinata April sky chiudono uno dei dischi migliori che ho ascoltato negli ultimi mesi. (Luigi Cattaneo)

Fall of the watcher (Video)



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