Interessante debutto per
i Māyā, band anconetana formata da Michele Alessandrini (batteria, già con Lush
Rimbaud e Heat Fandango), Francesco Balducci (chitarra) e David Cavalloro
(basso, anche lui ex Lush Rimbaud), un trio nato dalla comune passione per
atmosfere filmiche e suoni globali, elementi che ritroviamo in questo Artificio
fantastico. Il crossover di influenze fa dell’album un racconto piuttosto
suggestivo ed evocativo, tra post, psichedelia, indie e world, il tutto
mescolato con cura da una band nuova ma esperta, in cui troviamo richiami tanto
agli americani Khruangbin che ai maestri Calexico. British Columbia apre
il disco subito in maniera esotica, seguito dal clima morbido di Calypso
Paulo, confermato da brani come Tristeza e Steaming hot. Il raffinato
groove di Cristina G., il dub di Rainforest drop e la briosa Māyā
Manifesto sono altri momenti ben sviluppati di un’opera prima fortemente
immaginifica. (Luigi Cattaneo)
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