domenica 9 agosto 2015

EUGENIO FINARDI, Non gettate alcun oggetto dai finestrini (1975)

La Cramps, storica etichetta di Gianni Sassi, conosciuta soprattutto per i lavori con gli Area, diede ampio spazio e sostegno al cantautore milanese, a partire dal suo primo disco, Non gettate alcun oggetto dal finestrino. Un album che Finardi registrò insieme ad alcuni esponenti della scena prog e jazz rock nazionale come Franco Battiato alle tastiere, Lucio Fabbri al violino, Walter Calloni alla batteria, Hugh Bullen al basso e Alberto Camerini alla chitarra. Un notevole dispiegamento di forze che donano al disco una bella spinta rock ma anche una discreta varietà di stili che denotano una curiosità che, a dire il vero, mai abbandonerà del tutto la carriera di Finardi. A scanso di equivoci è giusto sottolineare come Non gettate alcun oggetto dal finestrino presenti sì spunti legati al progressive ma non ne rimanga imprigionato, ne subisce l’influenza, dettata anche dall’utilizzo di musicisti che avevano vissuto in pieno il periodo più aureo del genere, ma nello stesso tempo tenti una via che sia personale. Finardi d’altronde aveva già fatto parte di alcuni complessi come L’enorme Maria e Il Pacco e aveva prodotto l’esordio di Claudio Fucci e Il Tempo della Semina del Biglietto per l’inferno (uscito postumo), quindi aveva già avuto una discreta esperienza di studio e aveva avuto modo di arrivare con le idee piuttosto chiare a questo debut. Un cantautorato ben rifinito, soprattutto nei brani più lunghi come La Storia della mente, scritta a quattro mani con Claudio Rocchi (e si sente!) e Se solo avessi (forse quello maggiormente progressive tra i presenti). Finardi propone spunti chiaramente ampliati da musicisti di ottimo livello che si esprimono con grande naturalezza e precisione anche nei momenti che appaiono meno strutturati ma comunque dotati di forza espressiva (Afghanistan, Caramba). Il milanese si diverte poi nella folkeggiante Taking it easy e nella rivisitazione di Saluteremo il signor padrone, un combat folk rock di protesta che potrebbe aver influenzato anche Modena City Ramblers e Casa del Vento. Molto sentita dall’autore Quando stai per cominciare, espressione di quello che era il pensiero di un giovane ragazzo al momento della chiamata alle armi e ottimo sfogo strumentale per la band. Finardi coglie quindi alcune istanze del prog e della controcultura imperante per proporre un concentrato vitale a base di rock, esigenza che lo accompagnerà anche nel disco seguente, Sugo, uscito nel 1976 ancora sotto l’egida della Cramps. (Luigi Cattaneo)

La storia della mente (Video)

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