mercoledì 26 agosto 2015

DÈMODÈ, Ison (2015)


Ci eravamo già occupati qualche anno fa dei Dèmodè con Le parole al vento (2011) e ora ritroviamo la piccola orchestra tascabile impegnata con questo terzo e valido album che conferma le buone impressioni che ci aveva suscitato il disco precedente. La band friulana con questo Ison (nome della cometa C/2012 che ha attraversato i cieli alla fine del 2013) si trasforma e concepisce un lavoro forse meno sorprendente ma comunque convincente e appassionato. Una maturazione che ha portato il gruppo a creare brani che sanno essere emotivi, sognanti, leggiadri ma sempre contraddistinti da una certa classe e dallo stile molto riconoscibile dell’ensemble. Il suono perde in parte la sua vena ironica e giocosa ma rimane ancorato ad alcuni punti fermi che sono vitali per i sei Dèmodè. Quindi è facile scovare passaggi in odore di progressive (Il papiro di Ani, Il sentiero incantato), legami con il jazz (La fuga, Ison) e con il folk rock popolare (Charlotte, Arturo), sempre mantenendo una propria solida identità. Un crossover tutto strumentale capace di conquistare sin da subito per una spiccata vena melodica mai banale o scontata, Ison presenta nuovamente sprazzi di grande intensità, momenti raffinati, arrangiamenti sofisticati e una certa cura per l’aspetto compositivo che non viene mai meno anche a fronte di capacità strumentali di rilievo. Questo perché i membri della formazione (Andrea Zampieri al clarinetto, Francesco Zanon al violino, Claudio Colaone ai sassofoni, Luca Laruina al pianoforte, Carin Marzaro al basso e Alberto Zenarolla alla batteria) stanno bene attenti a dosare individualità e personalismi, dando sì libero sfogo a suggestioni e fantasie ma sempre pensando alle corrette dinamiche dei pezzi. Tutto suonato con un certo groove che colpisce sia nelle song più suadenti (Nuances), sia in quelle più strutturate (Split inside), sia in quelle maggiormente dinamiche (Zucchero sotto sale). I Demodè continuano il loro percorso foriero di curiosità e dimostrano di saper maneggiare in maniera fluida le varie correnti che li animano, creando un melting pot aggraziato e coinvolgente. (Luigi Cattaneo)

Qui di seguito il link per ascoltare l'intero Ison



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