La
saggezza delle nuvole segna il ritorno discografico di
Luca Olivieri (tastierista e compositore che ha al suo attivo anche musiche per
spettacoli teatrali, cortometraggi e sonorizzazioni di film dell’epoca del muto),
terzo lavoro che condensa al suo interno vari stati d’animo e che rappresenta
appieno un percorso iniziato diversi anni orsono (il primo Trigenta risale al 1996). L’insistente vena malinconica,
l’abbraccio lieve di splendide melodie, la nitidezza di trovate armoniche dal
sapore classico, fanno di questo album un prodotto bello e da ascoltare con
cura. Gli unici due pezzi cantati o meglio recitati da Andrea Chimenti (voce
dei Moda negli ’80 e oggi ottimo cantautore), sono due poesie di Luca Lezziero,
Orizzonte verticale, su cui si
staglia lo splendido lavoro di Luca Serrapiglio al clarinetto e al sax e Philophobia, leggermente meno riuscita
ma comunque interessante nel suo svolgimento percussivo. Il clima notturno che
si respira affascina e coinvolge, merito di una certa predisposizione di
Olivieri per soluzioni ad ampio respiro, come in Varuna, episodio in cui è lancinante il violoncello di Caroline
Lavelle (al suo attivo collaborazioni con Peter Gabriel, Radiohead, Muse e Massive Attack) abbinato al gioco
della chitarra reverse di Fabrizio Barale. Tutto appare molto preciso e
distinto, non c’è nulla di tronfio o eccessivo nelle composizioni di Olivieri,
il linguaggio è manovrato con sicurezza ed efficacia e si pone come ponte
ideale tra musica elettronica, aleatoria e psichedelia. L’autore plasma le
proprie idee senza inseguire canoni prestabiliti, mostrando una sensibilità che
attraversa steccati e induge su intuizioni world, fraseggi elettronici conditi
in salsa classica (Oracle, Playing with colours eseguite con la
Lavelle, Nicola Alesini al sax, Serrapiglio al clarinetto e Federica Baldizzone
al violino), sospiri jazz (in Substance la
bella prova del trombettista Giorgio Li Calzi) e un attitudine generale che può
risultare adatta anche per gli appassionati di progressive meno ancorati al
passato. La saggezza delle nuvole ripropone
sulla scena un compositore delicato e curioso, capace di mettere la scrittura
narrativa al centro del progetto, un discorso che si può legare ad eventuali
immagini filmiche, richiamando alla mente anche personaggi come Riz Ortolani.
Olivieri è un maestro dello strumento ma non ne abusa, preferisce un approccio
che sappia coinvolgere senza indugiare su vacui virtuosismi, toccando le corde
dell’emotività e della passione. I tanti ospiti presenti vengono utilizzati in
maniera appropriata e sempre consona all’idea messa sul piatto, riuscendo a
mantenere unità d’intenti anche quando si cambia pelle, quando le atmosfere
mutano, s’ispessiscono o si rendono più leggiadre. Dopo sette anni da La quarta dimensione Olivieri ha firmato
un album coraggioso ed estremamente interessante. (Luigi Cattaneo)
Orizzonte verticale (Video)
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