venerdì 21 agosto 2015

LUCA OLIVIERI, La saggezza delle nuvole (2015)


La saggezza delle nuvole segna il ritorno discografico di Luca Olivieri (tastierista e compositore che ha al suo attivo anche musiche per spettacoli teatrali, cortometraggi e sonorizzazioni di film dell’epoca del muto), terzo lavoro che condensa al suo interno vari stati d’animo e che rappresenta appieno un percorso iniziato diversi anni orsono (il primo Trigenta risale al 1996). L’insistente vena malinconica, l’abbraccio lieve di splendide melodie, la nitidezza di trovate armoniche dal sapore classico, fanno di questo album un prodotto bello e da ascoltare con cura. Gli unici due pezzi cantati o meglio recitati da Andrea Chimenti (voce dei Moda negli ’80 e oggi ottimo cantautore), sono due poesie di Luca Lezziero, Orizzonte verticale, su cui si staglia lo splendido lavoro di Luca Serrapiglio al clarinetto e al sax e Philophobia, leggermente meno riuscita ma comunque interessante nel suo svolgimento percussivo. Il clima notturno che si respira affascina e coinvolge, merito di una certa predisposizione di Olivieri per soluzioni ad ampio respiro, come in Varuna, episodio in cui è lancinante il violoncello di Caroline Lavelle (al suo attivo collaborazioni con Peter Gabriel, Radiohead,  Muse e Massive Attack) abbinato al gioco della chitarra reverse di Fabrizio Barale. Tutto appare molto preciso e distinto, non c’è nulla di tronfio o eccessivo nelle composizioni di Olivieri, il linguaggio è manovrato con sicurezza ed efficacia e si pone come ponte ideale tra musica elettronica, aleatoria e psichedelia. L’autore plasma le proprie idee senza inseguire canoni prestabiliti, mostrando una sensibilità che attraversa steccati e induge su intuizioni world, fraseggi elettronici conditi in salsa classica (Oracle, Playing with colours eseguite con la Lavelle, Nicola Alesini al sax, Serrapiglio al clarinetto e Federica Baldizzone al violino), sospiri jazz (in Substance la bella prova del trombettista Giorgio Li Calzi) e un attitudine generale che può risultare adatta anche per gli appassionati di progressive meno ancorati al passato. La saggezza delle nuvole ripropone sulla scena un compositore delicato e curioso, capace di mettere la scrittura narrativa al centro del progetto, un discorso che si può legare ad eventuali immagini filmiche, richiamando alla mente anche personaggi come Riz Ortolani. Olivieri è un maestro dello strumento ma non ne abusa, preferisce un approccio che sappia coinvolgere senza indugiare su vacui virtuosismi, toccando le corde dell’emotività e della passione. I tanti ospiti presenti vengono utilizzati in maniera appropriata e sempre consona all’idea messa sul piatto, riuscendo a mantenere unità d’intenti anche quando si cambia pelle, quando le atmosfere mutano, s’ispessiscono o si rendono più leggiadre. Dopo sette anni da La quarta dimensione Olivieri ha firmato un album coraggioso ed estremamente interessante. (Luigi Cattaneo)

Orizzonte verticale (Video)

       

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