Terzo disco per gli
Embryo, band tra le più interessanti del panorama death metal italiano,
soprattutto quando il genere viene contaminato con esaltanti melodie e lievi
sinfonismi che levigano l’aggressività e la potenza della proposta. Il gruppo
non esagera in virtuosismi o eccessive strutturazioni e ha la capacità di
condensare in 3-4 minuti una serie di idee micidiali in cui emergono i letali
riff di Eugenio Sambasile (chitarra), i tappeti di Simone Solla (tastiere), le
ritmiche della coppia Francesco Paoli (batterista dei Fleshgod Apocalypse che
ha partecipato come ospite al disco, ruolo ricoperto da Enea Passarella) e
Nicola Iazzi e il cantato in growl di Roberto Pasolini. I cremonesi con questo
nuovo album compiono un bel salto in avanti sia per quanto riguarda il songwriting,
sia per la capacità di risultare immediati pur muovendosi in un ambito
ovviamente poco propenso ai compromessi e il ruolo di Solla appare in tal senso
fondamentale, specialmente per il modo in cui sono state arrangiate certe parti
melodiche. Molto buone comunque anche le soluzioni adottate da Sambasile e la
prova di Paoli, che risultano gli elementi che imprimono maggiore vigore metal
a tutto il lavoro. An ankward attempt è
l’inizio esemplificativo, con Sambasile ideatore di pregevoli riff e Solla fine
architetto dello strumento. The pursuit
of silence ha un sound spettrale e demoniaco, Manipulate my consciousness colpisce per la sicurezza con cui si
esprime il gruppo e ci si mantiene su livelli alti anche con il nichilismo di I am pure hate, l’atmosfera doom di The door to the abyss e la grazia
maestosa di My pounding void. Melodic
death metal, gothic, eleganza sinfonica, un melange prepotentemente riuscito
che saprà conquistare chi cerca una certa raffinatezza anche nei progetti più
estremi. (Luigi Cattaneo)
An ankward attempt (Official Video)
Nessun commento:
Posta un commento