mercoledì 24 febbraio 2016

OTEME, L'agguato, l'abbandono, il mutamento (2015)


Dopo Il giardino disincantato (di cui avevamo parlato qualche anno fa), torna Stefano Giannotti con il suo progetto Oteme e firma un disco, L’agguato, l’abbandono, il mutamento, che segna un passo avanti nel proprio percorso personale e una crescita compositiva che si evince sia da un songwriting più maturo, sia per i testi ancora più elaborati. Tocca diversi stili la musica di Giannotti, coadiuvato da un ensemble ricco di strumenti che favoriscono lo sviluppo di certe idee avanguardistiche e ben mescolate con spunti vicini al progressive. Uno sperimentalismo che l’autore riesce a rappresentare all’interno della forma canzone (la delicata Sarà il temporale con l’ottimo lavoro di armonizzazione tra i vari strumenti o il cantautorato colto di Camminavo) ma anche quando sposta il versante concettuale verso la musica da camera (La grande volta e L’agguato). Pregevole la fusione tra i molti fiati utilizzati e il conseguente modo di arrangiare i brani, che risultano sempre raffinati e molto curati, tenendo il suono in un limbo in cui la fisicità del rock incontra con decisione certe arie di estrazione classica. Rispetto al debut c’è forse un’anima più cantautorale e folkeggiante (ne è esempio la splendida Dopo la pioggia) ma non mancano parti maggiormente complesse e ostiche, su tutte la suite Tracce nel nulla di ben 25 minuti, il momento probabilmente più ardito di tutta la produzione Oteme ed espressione assoluta di quale indirizzo segua la musica di Giannotti, affascinante e consigliata in particolare ai seguaci dell’avant prog. (Luigi Cattaneo)

Sarà il temporale (Video)



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