Brinicle è il primo full lenght dei Kalisantrope,
arrivato dopo l’ep Anatomy of the world del
2014, un lavoro dove il trio già affrontava argomenti di una certa difficoltà
narrandoli lungo cinque brani completamente strumentali. La formula non è
cambiata e nemmeno i temi lugubri ispiratori delle composizioni, che denotano
una maggiore varietà di atmosfere e contenuti, con un approccio che vuole
avvicinarsi anche al jazz. Una crescita, pur non esponenziale, c’è stata, anche
se la produzione non ha aiutato i ragazzi a donare il groove necessario a brani
che risultano a volte leggermente monocordi. La continuità con il passato
recente si avverte sin dall’iniziale Dawn
on Hiroshima skies, che racconta ovviamente della bomba nucleare sganciata
sulla città giapponese nel 1945 e della crudeltà di cui è capace l’uomo, un
opening track decisamente prog che può risultare ideale anche per aprire le
esecuzioni live. In Placebo effect il
gruppo si sofferma sulle potenzialità della mente umana e lo fa con un tocco
jazzy inedito e gradevole, in cui si avverte la voglia di inserire qualche
elemento di novità e seppure il meccanismo è ancora da oliare la scelta è
sicuramente apprezzabile. Canis majoris è
una traccia misteriosa e che potremmo ascrivere al filone delle immaginarie
soundtrack di ispirazione giallo-poliziesca, soprattutto per i suoni delle
tastiere di Davide Freguglia e pure Notturno,
come dice il titolo, è un momento più oscuro rispetto agli altri, una soffusa
nenia malinconica e vagamente ambient con un discreto finale in crescendo. Morgendämmerung descrive invece l’alba
attraverso le percussioni taiko del batterista Alex Carsetti, un passaggio
sperimentale che però non decolla, lasciando il brano piuttosto in sordina. Cordyceps (un fungo parassita) si
struttura su un riff al basso di Noemi Bolis, su cui si staglia l’attacco
progressive di Freguglia, territorio in cui i milanesi paiono più a loro agio,
mentre Seeking harmony è il primo
singolo (se così si può chiamare) pubblicato e vede Davide impegnato in una
linea di pianoforte che conduce ad una sezione improvvisata, per quello che è
uno dei pezzi più riusciti e tipicamente prog. Bel finale con Genisteae, brano lungo e di ispirazione
leopardiana con una variante elettronica (un sequencing) curiosa che rende la
traccia interessante e fa pensare a come il suono del trio possa evolversi in
futuro. La band dimostra di avere la volontà di diversificare la proposta e
l’idea di avere un quarto membro (chitarra, flauto o sax?) credo possa giovare
al sound e dare loro l’opportunità di esplorare e creare soluzioni più
dinamiche e strutturate. Il trio d’altronde è molto giovane e ha tutto il tempo
di crescere e di trovare la propria strada, passione e umiltà non mancano, doti
che abbinate a indubbie capacità tecniche possono portare l’ensemble a
raggiungere risultati efficaci già nei prossimi album. (Luigi Cattaneo)
Seeking harmony (Video)
Nessun commento:
Posta un commento