Nuova uscita per
l’etichetta Improvvisatore Volontario con l’album Io sono tre del trio I Giganti della Montagna (nome che rievoca un
dramma di Pirandello), piccolo ensemble formato da Ferdinando D’Urso (sax),
Federico Sconosciuto (violoncello) e Lorenzo Paesani (pianoforte). Il disco è
una felice combinazione di musica improvvisata, risvolti cameristici e fraseggi
più tipicamente jazz ed emergono in modo naturale le forti personalità dei
coinvolti e il loro linguaggio differente ma che trova una sintesi che finisce
per identificarli in maniera netta. Il titolo stesso, che riprende un certo
Charles Mingus, è il biglietto da visita per l’ascoltatore, che si trova
catapultato in un universo dai contorni free ma capace di accogliere pulsioni
che sottolineano la natura filmica del progetto (già due album alle spalle, L’arsenale delle apparizioni del 2014 e Oi dialogoi dell’anno seguente), con
brani che non accettano steccati e preferiscono unire generi. Ne sono esempi ABQ con il suo andamento cameristico e
classico, che rispecchia un certo amore per strutture che sanno essere minimal
ma avanguardistiche e AGHI E botTONI,
un pezzo ricco di swing e con un interplay tra i tre davvero brillante. Fugato avrebbe forse meritato un
eventuale sviluppo vista l’interessante trama proposta, mentre molto raffinata
e jazzy è Il gigante addormentato.
Anche La resa dei conti e L’inseguimento, pur essendo composizioni
vivaci, sono molto brevi, a differenza di Litaglia
o Melancholia, song vibranti,
decisamente strutturate e capaci di essere ora più notturne, ora più luminose
ma sempre fantasiose. L’ironica Siete
SERIE? e il suadente jazz di Vovò completano
un quadro non sempre di semplice lettura ma sicuramente particolare e
stimolante e che probabilmente meriterebbe di essere conosciuto maggiormente,
soprattutto dagli appassionati di quel jazz meno convenzionale e canonico a cui
paiono ispirarsi i tre. (Luigi Cattaneo)
Vovò (Live)
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