Drowned
è
l’esordio dei Sinatras (dopo un ep del 2014), un lavoro pieno di death,
metalcore e thrash, ottimamente suonato e vera manna per i fan di band seminali
per il genere come Carcass e Pantera ma anche per chi è cresciuto con l’ondata
americana di fine anni ’90 che vedeva in Hatebreed e primi Mudvayne colonne del
nuovo crossover. I ragazzi hanno padronanza dei loro strumenti e pur traendo
spunto dai gruppi del passato risultano ben piantati nel presente e
assolutamente attuali. L’iniziale title track è chiarificatrice di ciò che ci
attende, con l’immancabile e irrefrenabile doppia cassa che sostiene le
scorribande del gruppo e un cantato estremamente violento e tipicamente in
growl. Non che 24/7 sia da meno in
quanto a potenza, anche se appare un’inaspettata vena melodica che coincide con
delle aperture ai limiti del new metal. A poco a poco i Sinatras fanno emergere
soluzioni più accattivanti come in Cockroach
(pur se comunque permane una certa dose di thrash metal) e costruzioni
strutturate che includono chorus pregevoli, parti death e pulsioni metalcore,
elementi che si fondono in Something to
hate. Il suono assume quindi delle variabili che trovano risconto in Flow e nella cover di You spin me round dei Dead or Alive,
prima delle violente Los 43 e Miss Anthropy, pezzi sempre in bilico
tra thrash e melodic death metal. Anche il finale si mantiene su livelli di
energia non indifferenti, con la feroce Back
in Frank, la slayeriana Blind fury (mai
nome fu più adatto … ) e Spiral hell che
chiude un debut che riesce saggiamente a far collimare furia distruttiva e
fraseggi ampiamente melodici. (Luigi Cattaneo)
Drowned (Video)
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