È di due anni fa il
come back dei Tiresia Raptus, che con questo Diaspora confermavano l’attitudine sperimentale della loro proposta,
imbevuta di psichedelia, dark, doom e kraut rock. L’album, scritto quasi
interamente da Nicola Rossi dei Doomraiser (impegnato alla voce, ai synth e
alle tastiere) è davvero di buona fattura e farà la felicità di quanti amano le
sonorità plumbee di Il Ballo delle Castagne (loro compagni di etichetta), Il
Segno del Comando e dei mai dimenticati Malombra. Oltre a Rossi ci sono Carlo
Gagliardi (basso, organo e tastiere), Nico Irace (organo), Francesco Campus
(chitarra) e Giancarlo Lustri (batteria), bravissimi nel creare le giuste
atmosfere per la riuscita complessiva del platter. Vintage ed esoterismo si
fondono per sviluppare contesti narrativi affascinanti in cui la redenzione
delle anime è il punto focale e i romani affrontano le varie tappe con un bel
sovraccarico di tastiere dall’aurea settantiana. La lunga Do you know who you are? apre il disco con cadenze doom e space
rock, fraseggi percussivi e la voce narrante di Irace, un brano intenso e
malinconico. Vattienti, dopo una
singolare introduzione, si sviluppa verso territori gotici con tanto di
particolare tin whistle suonato da Rossi, a cui va aggiunto l’efficace suono
dell’ebow di Willer Donadoni. La semi acustica e breve Angel anticipa Scheletro,
un bel momento che si sviluppa con inquietanti synth e il sempre affascinante
organo di Gagliardi, impegnato anche come voce narrante, a cui vanno aggiunte
le note dello xilofono di Rossi e dell’ebow dell’ottimo Donadoni. Cupa e
seducente è Emotions in black, con le
caratteristiche campane tibetane di Rossi che ampliano lo spettro di influenze
presenti, mentre Tutto dorme è costruita
soprattutto attorno le tastiere e i synth di Gagliardi e dell’ospite Elisa
Serra ma non decolla mai del tutto e non raggiunge un’adeguata tensione. Meglio
il magnetismo di Fragili ossa e
soprattutto la conclusiva title track, il momento più immediato del disco e
splendido finale di un platter adatto in particolar modo a chi ha dimestichezza
con sonorità ricche di synth, tastiere e parti di organo abbinate ad una
scrittura darkeggiante e perennemente proiettata verso frangenti gotici. (Luigi
Cattaneo)
Scheletro (Video)
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