Ci ha abituati a
improvvisi cambi di rotta Emanuele Sterbini, in arte Sterbus, dopo gli esordi
alternative, i passaggi crossover e prog dell’ispirato Real Estate/Fake Inverno
e le influenze folk di Let your garden sleep in, ora è la volta di Solar
barbecue, un ep prevalentemente strumentale dove il progressive diviene elemento
molto più marcato rispetto al passato, seppure, è bene dirlo, non ci troviamo
dinnanzi ad un disco sinfonico, quanto più ad un lavoro dinamico e vivace,
ennesima evoluzione della musica di Sterbini, che da l’impressione di essersi
molto divertito nell’assemblare questa sua ultima fatica, omaggio a questi anni
spesi nell’underground. Non manca qualche riferimento a Zappa e Tim Smith, ma
anche al jazz e all’hard, che fanno di Solar barbecue un’antologia mutevole
e multiforme, ricchissima di sovraincisioni ed elaborata secondo criteri ben
precisi (basti ascoltare Back to black delivery, con i fiati e l’organo a
tracciare trame R.I.O.). Per non farsi mancare nulla Emanuele in Ruben,
Raja, Lieve, Nike si abbandona ad un soggetto vicino al Breznev Fun Club di
Rocco Lomonaco, mentre proprio Frank Zappa viene citato in Big Daisy. C’è
anche qualche inedito, la brevissima Billa (per flauto e clavicembalo), introduzione
sofisticata che innesca The great wallop dollop, decisamente più carica
di vibrazioni rock. (Luigi Cattaneo)
The great wallop dollop (Video)
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