Dietro il progetto
Ologram si cela Dario Giannì, bassista che abbiamo conosciuto per i suoi lavori
con gli Anèma (nonché fondatore degli Ydra), qui autore di un concept
suggestivo e intrigante. Oltre al basso Giannì sviluppa un suono marcatamente
progressivo attraverso l’uso delle tastiere, facendosi coadiuvare nei vari
episodi da diversi musicisti e cantanti, tutti bravissimi nell’assecondare la
fantasia del siciliano. Dopo un intro strumentale la title track ha un attacco
hard prog, salvo poi sfociare in un più classico brano progressivo, capace di
unire pulsioni settantiane e anima anni ’80, quella di Marillion e Pendragon,
anche grazie al moog di Roberto Giannì e alla presenza di Matteo Blundo (diviso
tra viola e violino in diversi momenti del disco). Vetro di rame segue
ottimamente lo spartito, Mediterraneo trasporta lontano grazie alla
capacità di narrare, una forma canzone immaginifica e progressiva che anticipa Strane
voci, più dura e aggressiva. Straniero ricalca lo stile della
P.F.M., Una rotta verso est è l’apice del disco per intensità ed
emozione, mentre Il ritorno è lo strumentale che chiude l’album, una
sorta di outro perfetta per tirare le somme di un esordio curato e raffinato.
(Luigi Cattaneo)
La nebbia (Video)
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