Uscito nel 2013 in un
lussuoso cofanetto contenente un libretto, un miniposter e tre album, La
fisica delle nuvole era il quinto lavoro dei Deadburger, uscito però sotto
la denominazione Deadburger Factory, in quanto collettivo aperto. Siccome ci
troviamo dinnanzi a tre dischi distinti, oggi mi occuperò del primo, Puro
nylon (gli altri due sono Microonde e vibropletti e La fisica
delle nuvole), poco più di 30 minuti dove elettronica, spoken e R.I.O. si
fondono all’interno di partiture cameristiche, il tutto all’insegna del
coraggio e di una certa dose di menefreghismo, aspetti che diventano crocevia
di impulsi free abbinati a doti di scrittura piuttosto fini. Colonna sonora
dello spettacolo Puro nylon (ma in origine libro di poesie di Tony
Vivona), viene qui attribuita a Alessandro Casini (elettronica, chitarra,
musica), Vittorio Nistri (elettronica, pianoforte, basso-synth, marimba, sintetizzatori,
arrangiamento archi, musica) e Tony Vivona (testi, basso, contrabbasso, musica),
ma vede la partecipazione della line up Deadburger al completo. Capacità tecniche
al servizio di una realtà immaginifica oscura, in cui ci si perde sin dall’iniziale
1940/Madre, ma sono le varie incarnazioni della line up a marcare il
passo in fatto di eleganza e raffinatezza, come nel caso di Oltre e In
ogni dove, arricchite dal violino di Jamie Marie Lazzara, la tromba di Enzo
Scalzi e la viola di Giulia Nuti. Erik Satie pare una guida spirituale non di
poco conto, viste le variazioni che omaggiano il genio francese poste lungo il
lavoro, episodi in cui il trio (allargato) mostra le diverse sfaccettature del
progetto. Un’opera multiforme, breve quanto intensa, straordinaria nell’entrare
sottopelle, personale avamposto avanguardistico realmente progressivo nella
sostanza e nelle idee compositive. (Luigi Cattaneo)
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