Un nome nuovo, almeno per il ricco e fertile underground progressive, si affaccia sulla scena italica e lo fa con la consapevolezza di chi sta sui palchi da una vita, pur muovendosi attraverso un modus operandi molto diverso da quello qui proposto. Peppe Giannuzzi arriva dal Salento, lì dove la taranta sembra l’unica musica possibile (anche se non è così e vi sono musicisti di estrazione jazz e anche rock di tutto rispetto) e pur facendo parte di diversi ensemble dediti alla pizzica (vedi Artetika), ha collaborato con personaggi di livello internazionale come l’ex P.F.M. Mauro Pagani, Vittorio Cosma (membro storico della band di Eugenio Finardi) e Stewart Copeland, batterista dei Police. Dopo tanti anni di onorata carriera esce Violinizer, primo disco a suo nome, in cui Giannuzzi si fa coadiuvare da Roberto Gemma alle tastiere e Angelo Fumarola alle chitarre. Il salentino è un vero virtuoso del violino (definito il Satriani dello strumento) e pur mostrando capacità tecniche di alto livello ha prestato grande attenzione alla forma compositiva, pur lasciandosi andare in qualche brano ad accelerazioni vicine allo speed metal (Alien Spider Dance) che convincono meno rispetto a quando si avvicina al prog e ad uno spirito world soffuso ed estremamente piacevole. Giannuzzi utilizza non solo il violino acustico ma anche uno elettrico munito di pedaliera Boss, proprio come viene utilizzata dai chitarristi (da qui forse anche il paragone con il guitar hero per eccellenza) e ciò si materializza in diversi momenti del disco, come in 100, dove è possibile trovare anche Francesco Fry Moneti dei Modena City Ramblers alla chitarra elettrica. Ritroviamo Moneti anche in due episodi piuttosto significativi come Strings on fire e Hotel Laguna, una partecipazione quindi non fine a sé stessa ma coinvolgente e soprattutto convincente! Non mancano inoltre stralci southern e bluesy (21 hot blues è uno dei pezzi migliori), altri world (Wind of Africa) e romantiche ballate (Eddy Smile), segno della volontà di voler suonare senza pensare troppo a quale direzione prendere e di una certa libertà di vedute e intenzioni che finisce per giovare all’intero progetto. Giannuzzi in questo Violinizer ha cercato di legare insieme il rock, la musica etnica,il blues, il folk della sua terra ed è riuscito nell’intento di creare un album gradevole ed easy listening senza scadere però nel pop più semplice e banale. (Luigi Cattaneo)
Hotel Laguna (Video)
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