martedì 26 agosto 2014

STEFANO TESTA, Il Silenzio del Mondo (2012)


Per i più attenti e meticolosi alle italiche vicende del progressive settantiano Stefano Testa è un nome di culto. È il 1977 quando in silenzio pubblica Una vita, una balena bianca e altre cose (chi lo trova lo faccia suo…) che diventa negli anni disco oggetto di rivalutazioni critiche non indifferenti. Testa a dirla tutta già nel 1989 con Boogabo  era tornato al lavoro con il grandissimo clarinettista jazz Tony Scott senza però trovare riscontri degni di nota. Un suo ritorno all’alba del 2012 era davvero poco aspettato, ma la Snowdonia che ha dato alle stampe anche l’ultimo lavoro di Andrea Tich, altro sopravvissuto alla decade dei ’70, ha avuto il merito e la capacità di riportare sulla scena un cantautore raffinato ed elegante negli accorgimenti utilizzati, complici le ottime doti in fase di arrangiamento di Remo Righetti. La prima parte del disco è quella che si fa preferire. In apertura la sussurrata Domani è festa con le sue inflessioni jazz del piano e una cura pregevole del dettaglio orchestrale, ma non sono da meno lo splendido racconto in musica di Trecento gradini e la grande intimità che si riesce a respirare in Metamorfosi, che ricorda la carriera solista di Vittorio De Scalzi quando si stacca da La Leggenda New Trolls, riuscendo in maniera efficace a coniugare la scrittura tipica del cantautore italiano con accenni di musica brasiliana. Andamento più ritmato ed elettronico per Nel vostro quartiere che viene spezzato da un chorus in cui ci si perde e ci si emoziona facilmente, mentre vicino allo stile di Giancarlo Onorato è l’intensa La Ballata dell’angelo spezzato, segnata anche da uno splendido testo. La seconda parte convince un po’ meno per via di una indole pop che in alcuni casi appiattisce il contenuto, che rimane piacevole ma parecchio lineare e fin troppo semplice (Io con te, Niente). Tuttavia Testa ha le doti per piazzare un paio di bei colpi soprattutto nella delicata ballata Majoel che riesce a ricreare un’atmosfera suggestiva, malinconica ma contemporaneamente romantica e la vagamente deandreiana Ballata della città felice. Il Silenzio del mondo non è un disco di rock progressivo ma ricorda lo spirito e la voglia di raccontare che aveva contraddistinto l’esordio di Testa. È un album indirizzato a chi ama un certo modo di fare del cantautorato, in maniera intelligente e profonda. Peccato per una seconda parte meno riuscita ma in generale l’impressione è che questo ritorno possa essere un nuovo punto di partenza per l’artista romano. (Luigi Cattaneo)

La Ballata dell'angelo Svogliato (Video)


 

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