Per i più
attenti e meticolosi alle italiche vicende del progressive settantiano Stefano
Testa è un nome di culto. È il 1977 quando in silenzio pubblica Una vita, una balena bianca e altre cose (chi
lo trova lo faccia suo…) che diventa negli anni disco oggetto di rivalutazioni
critiche non indifferenti. Testa a dirla tutta già nel 1989 con Boogabo era tornato al lavoro con il grandissimo
clarinettista jazz Tony Scott senza però trovare riscontri degni di nota. Un
suo ritorno all’alba del 2012 era davvero poco aspettato, ma la Snowdonia che
ha dato alle stampe anche l’ultimo lavoro di Andrea Tich, altro sopravvissuto
alla decade dei ’70, ha avuto il merito e la capacità di riportare sulla scena
un cantautore raffinato ed elegante negli accorgimenti utilizzati, complici le
ottime doti in fase di arrangiamento di Remo Righetti. La prima parte del disco
è quella che si fa preferire. In apertura la sussurrata Domani è festa con le sue inflessioni jazz del piano e una cura
pregevole del dettaglio orchestrale, ma non sono da meno lo splendido racconto
in musica di Trecento gradini e la
grande intimità che si riesce a respirare in Metamorfosi, che ricorda la carriera solista di Vittorio De Scalzi
quando si stacca da La Leggenda New Trolls, riuscendo in maniera efficace a
coniugare la scrittura tipica del cantautore italiano con accenni di musica
brasiliana. Andamento più ritmato ed elettronico per Nel vostro quartiere che viene spezzato da un chorus in cui ci si
perde e ci si emoziona facilmente, mentre vicino allo stile di Giancarlo
Onorato è l’intensa La Ballata
dell’angelo spezzato, segnata anche da uno splendido testo. La seconda
parte convince un po’ meno per via di una indole pop che in alcuni casi
appiattisce il contenuto, che rimane piacevole ma parecchio lineare e fin
troppo semplice (Io con te, Niente).
Tuttavia Testa ha le doti per piazzare un paio di bei colpi soprattutto nella
delicata ballata Majoel che riesce a
ricreare un’atmosfera suggestiva, malinconica ma contemporaneamente romantica e
la vagamente deandreiana Ballata della
città felice. Il Silenzio del mondo non
è un disco di rock progressivo ma ricorda lo spirito e la voglia di raccontare
che aveva contraddistinto l’esordio di Testa. È un album indirizzato a chi ama
un certo modo di fare del cantautorato, in maniera intelligente e profonda.
Peccato per una seconda parte meno riuscita ma in generale l’impressione è che
questo ritorno possa essere un nuovo punto di partenza per l’artista romano.
(Luigi Cattaneo)
La Ballata dell'angelo Svogliato (Video)
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