martedì 12 agosto 2014

THREE MONKS, Neogothic Progressive Toccatas (2012)


Un affascinante disco tributo all’organo a canne in salsa progressiva. Questo in estrema sintesi il lavoro degli aretini Three Monks guidati dalla mano veloce e sicura di Paolo Lazzeri. La sezione ritmica che lo accompagna (Maurizio Bozzi al basso e Roberto Bichi alla batteria) lascia libero sfogo alle capacità davvero notevoli di Lazzeri, che con la sua creatura si infila in quell’universo gotico che rimanda sì ad alcuni classici del progressive ma anche della musica classica vista la solennità di cui è pregno tutto il lavoro. È quindi l’organo a canne il vero protagonista di tutto il disco, non ci sono altre tastiere e si vira in direzione di un dark prog vigoroso e di difficile assimilazione, anche a causa di un percorso musicale che non conosce grosse variazioni. Perché è bene precisare che non ci si trova di fronte all’ennesimo gruppo clone degli Emerson Lake & Palmer o delle Orme. Se è vero che Lazzeri conduce il suo strumento in territori che già in passato sono stati sfruttati da grandi musicisti come Claudio Simonetti e Joe Vescovi, è anche vero che i Three Monks si riallacciano alle strutture organistiche di Johann Sebastian Bach e Franz Liszt in maniera consapevole ed estrosa. L’unione stavolta non produce effetti sinfonici già sentiti ma qualcosa di estremamente curioso e particolare dove l’organo è la guida assoluta di un disco rock e non uno dei partecipanti. Progressive Magdeburg ha il compito di fare da apripista e chiarire in che direzione si muove il trio. Ci sono riferimenti alla Toccata barocca (Toccata neogotica n.1 e n.7) non solo di bachiana memoria ma avvicinabili anche a quelle di due italiani come Girolamo Frescobaldi e Domenico Scarlatti che “trattati” dalla band diventano ipnotici e misteriosi. Nell’ottima Herr Jan abbondano cambi di tempo e dissonanze che rendono il tutto ancora più cupo. La suggestione aumenta e disorienta. Neogothic pedal solo ne è la prova lampante. Coro monastico, solo di basso, organo maestoso ed imponente. Immancabile una variazione sul tema di Profondo Rosso a cui si allaccia Profondo Gotico. Suscita interesse e curiosità questo progetto, che ha la forza di allontanarsi e nello stesso tempo di porsi vicino alle produzioni progressive. Un disco oscuro, a tratti inquietante, barocco ma profondamente rock in cui la figura di spicco è ovviamente quella di Lazzeri, organista dotato di tecnica eccelsa ma anche capace di rendere partecipi di emozioni quasi ecclesiastiche. Disco da ascoltare in assoluto silenzio. (Luigi Cattaneo)

Progressive Magdeburg (Video)

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