Un affascinante disco
tributo all’organo a canne in salsa progressiva. Questo in estrema sintesi il
lavoro degli aretini Three Monks guidati dalla mano veloce e sicura di Paolo
Lazzeri. La sezione ritmica che lo accompagna (Maurizio Bozzi al basso e
Roberto Bichi alla batteria) lascia libero sfogo alle capacità davvero notevoli
di Lazzeri, che con la sua creatura si infila in quell’universo gotico che
rimanda sì ad alcuni classici del progressive ma anche della musica classica
vista la solennità di cui è pregno tutto il lavoro. È quindi l’organo a canne
il vero protagonista di tutto il disco, non ci sono altre tastiere e si vira in
direzione di un dark prog vigoroso e di difficile assimilazione, anche a causa
di un percorso musicale che non conosce grosse variazioni. Perché è bene
precisare che non ci si trova di fronte all’ennesimo gruppo clone degli Emerson
Lake & Palmer o delle Orme. Se è vero che Lazzeri conduce il suo strumento
in territori che già in passato sono stati sfruttati da grandi musicisti come
Claudio Simonetti e Joe Vescovi, è anche vero che i Three Monks si riallacciano
alle strutture organistiche di Johann Sebastian Bach e Franz Liszt in maniera
consapevole ed estrosa. L’unione stavolta non produce effetti sinfonici già
sentiti ma qualcosa di estremamente curioso e particolare dove l’organo è la
guida assoluta di un disco rock e non uno dei partecipanti. Progressive Magdeburg ha il compito di
fare da apripista e chiarire in che direzione si muove il trio. Ci sono riferimenti alla Toccata
barocca (Toccata neogotica n.1 e n.7) non solo di bachiana memoria ma
avvicinabili anche a quelle di due italiani come Girolamo Frescobaldi e Domenico
Scarlatti che “trattati” dalla band diventano ipnotici e misteriosi. Nell’ottima
Herr Jan abbondano cambi di tempo e
dissonanze che rendono il tutto ancora più cupo. La suggestione aumenta e
disorienta. Neogothic pedal solo ne è
la prova lampante. Coro monastico, solo di basso, organo maestoso ed imponente.
Immancabile una variazione sul tema di Profondo
Rosso a cui si allaccia Profondo
Gotico. Suscita interesse e curiosità questo progetto, che ha la forza di
allontanarsi e nello stesso tempo di porsi vicino alle produzioni progressive.
Un disco oscuro, a tratti inquietante, barocco ma profondamente rock in cui la
figura di spicco è ovviamente quella di Lazzeri, organista dotato di tecnica
eccelsa ma anche capace di rendere partecipi di emozioni quasi ecclesiastiche.
Disco da ascoltare in assoluto silenzio. (Luigi Cattaneo)
Progressive Magdeburg (Video)
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