Esordio assoluto per
questa nuovissima band a cui bastano i circa 30 minuti di cui è composto
l’album per convincere e auspicare loro la possibilità di trovare uno sbocco e
un seguito adeguato alla qualità del prodotto. Chiaro che ci si aspetta un vero
debutto più sostanzioso ma i pochi brani che costituiscono Eon appaiono più che discreti e lasciano presagire degli sviluppi
interessanti. Giovani sì ma non sprovveduti mi verrebbe da dire visto che la
band è guidata dai fratelli Fragola, Claudio alla voce e alla chitarra e Walter
che i più attenti ricorderanno all’opera come bassista del progetto N.Y.X. nel
buonissimo Down in the Shadows.
Completano il quadro in maniera valida Aldo Borello alle tastiere e Andrea
Carbone alla batteria. La componente elettronica si manifesta da subito
nell’introduzione che sfocia nello strumentale Ins. Through mental, un viaggio nella psichedelia progressiva di
matrice hard che termina con un finale free distruttivo e coraggioso. Si
respira l’aria di alternative prog che rimanda non solo ai N.Y.X. ma anche ai
Colster, nonché a quel creatore di suoni che risponde al nome di Trent Reznor.
Gli animi si placano con Destiny in
cui compare la voce di Claudio Fragola che ben si amalgama al tappeto sonoro
creato dal gruppo, qui più vicino ai Porcupine Tree e ad un progressive moderno
e ricercato. Si prosegue con 2 brani gradevoli ma meno riusciti, Reflection n.5 e Fool. La prima è una breve ballata alquanto malinconica in cui è
possibile trovare qualche traccia dei Van Der Graaf Generator ma che mostra
come la band dia il meglio di sé in composizioni più articolate e aggressive.
La seconda invece si lascia preferire soprattutto nella parte centrale
strumentale, anche se rimane un senso di incompiuto, come se questi due pezzi
possano trovare in futuro uno sbocco meglio riuscito. La base c’è d’altronde… Molto meglio Vision, delicata e suggestiva in cui è la psichedelia a comandare e
dove i suoni si fanno oscuri ma suadenti per merito di un ottima prova di
Borello alle tastiere e di Claudio che sprigiona un elettrizzante solo di
chitarra nel finale. Ma i TLN lasciano il meglio per il finale con la
conclusiva Night, 8 minuti frenetici,
ricchi di pathos, degni dei Tool di Lateralus
in cui i quattro mostrano di essere capaci di scrivere in maniera compatta
e complessa, infarcendo il brano di soli e orchestrazioni molto convincenti. I
Three Light Noise con questo breve disco mostrano di avere le carte in regola
per interessare un pubblico più ampio, anche se è bene dirlo, la loro proposta
non è certamente tra le più semplici. Un disco davvero pieno di idee che in
alcuni momenti andrebbero meglio focalizzate per raggiungere quella continuità
che sono certo la band può maturare, viste le qualità di cui sono in possesso.
In attesa di un lavoro più ricco per chi ne volesse sapere di più consiglio di
visitare la pagina soundcloud del gruppo in cui è possibile ascoltare per
intero Eon. (Luigi Cattaneo)
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