martedì 5 agosto 2014

WICKED MINDS, Visioni, Deliri e Illusioni (2011)


Che bello sentire questi omaggi! Perché questo è Visioni, Deliri e Illusioni dei Wicked Minds, un tributo al progressive italiano dei ’70, un sentito viaggio musicale nei meandri del rock, rispettoso e in bilico tra brani più noti ed altri meno, segno davvero della grande passione e dedizione di questi musicisti per il periodo storico sopraccitato. Inoltre i liguri vengono affiancati da ospiti importantissimi per la crescita e l’evoluzione del genere, musicisti capaci di donare ulteriore qualità al progetto. Un vero compendio di ciò che è stato quindi, una sorta di enciclopedia di qualcosa ancora vivo e stampato nella memoria collettiva degli appassionati. Un viaggio musicale che parte con Caronte I dei The Trip, infuocato strumentale in cui la parte del leone tocca a Paolo “Apollo” Negri all’organo nelle vesti di un novello Joe Vescovi, per poi passare a L’uomo degli Osanna che vede la partecipazione dello storico frontman Lino Vairetti, veramente in forma e autore insieme a tutto il gruppo di un esecuzione molto convincente. Emergono le radici hard rock con Un posto del Il Balletto di Bronzo, segnata dai robusti riff chitarristici di Lucio Calegari e la potente voce di Monica Sardella, per poi cambiare registro con la dolce melodia di Dio del silenzio dei Delirium, dove spicca la presenza del grande Martin Grice al flauto e al sax. Lunga e articolata La prima goccia bagna il viso pt I & II, storico 45 giri dei New Trolls del 1971 che vede la partecipazione di Sophya Baccini (ex cantante dei Presence) e la resa è magnifica, una vera cavalcata progressiva adattissima per i futuri live della band! Piacevole risulta Figure di cartone delle Orme, con Aldo Tagliapietra alla voce, prima del medley dedicato ai loro conterranei Nuova Idea formato da Un’isola/Illusione da poco/Clessidra, splendido omaggio ad uno dei gruppi più sottovalutati della scena e di cui si dovrebbe andare a recuperare almeno Clowns del 1973. Si arriva alla cult band Dietro noi deserto (autori di un singolo nel 1971!) con Dentro me, che vede impegnato proprio Antonio Bartoccetti alla chitarra, leader inoltre degli Jacula, degli Invisible Force e degli Antonius Rex. Molto ricercata è anche la successiva Io, la strega dei Circus 2000 e qui Sophya Baccini non fa rimpiangere la carismatica Silvana Aliotta, mentre più nota e sempre straordinaria è Zarathustra del Museo Rosenbach, arricchita ancor di più dalla voce di Stefano “Lupo” Galifi, membro originale della formazione. Ottima la versione di Un villaggio, un’illusione di Quella vecchia locanda, solida, compatta e trasformata in un hard rock pregno di atmosfere settantiane in cui è calda la voce di Monica Sardella e le trame della coppia Calegari-Negri, così come convincente è anche la sezione ritmica formata da Enrico Garilli al basso e Andrea Concarotti alla batteria. I seminali Gleemen, gruppo di Bambi Fossati prima dei Garybaldi, vengono citati con Farfalle senza pois, uno scatenato hard blues con J.C.Cinel alla voce, anche se ovviamente il taglio chitarristico del brano favorisce la verve di Calegari. Il gran finale è dedicato alla P.F.M. di Storia di un minuto, con La carrozza di Hans/Impressioni di Settembre, degno finale per uno dei migliori tributi degli ultimi anni! (Luigi Cattaneo)

La Prima Goccia Bagna il Viso (Video)



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