Secondo album per i
preparati romani Tribraco, gruppo dall’attitudine rock ma con forti intrusioni
nel jazz, che tornano ancora più arditi dopo l’esordio di Cracking the whip che aveva già messo in luce una band dal sound
rotondo e vigoroso.
Questo Glue si
muove lungo tali coordinate, proponendo una musica frizzante e che tenta di
allontanarsi da schemi precostruiti, andando a mettere insieme un attitudine
alternative e punk con quella meno furente del jazz, in un incontro tutt’altro
che impossibile, almeno a sentire i risultati ottenuti. Un genere già definito
da altri gruppi a cui possiamo avvicinare i Tribraco, in quella cortina fumosa
del jazz core di Neo, No Hay Banda Trio e ovviamente Zu, senza dimenticare
realtà meno contemporanee a cui i romani guardano con interesse come Area,
Memoria Zero, Perigeo, Soft Machine ed Henry Cow. Imprevedibile pulsioni
ritmiche della coppia Valerio Lucenti al basso e Tommaso Moretti alla batteria
scompigliano le carte e si sommano alle chitarre di Lorenzo Tarducci e Dario
Cesarini che fondono il jazz con l’indie rock in Fake! e Blue Glue,
vortici trascinanti e fulminei. Samatzai mostra
doti di composizione non indifferenti e palesa un esigenza comunicativa che non
sempre si ritrova in un disco strumentale, così come Warlock Road che segna
ulteriormente la voglia di esplorare dei Tribraco. Misteriosa e meno irruenta è
Volver a Buenos Aires che ha il
pregio di catapultarci davvero nella città argentina con una naturalezza e una
grazia evidente, mentre più indisciplinate sono Sergente di ferro e Ponte
sullo stretto che vive su una bella linea funk.
L’album è un’avventura
costante, un saliscendi emotivo dove troviamo vari mondi e svariate percezioni
in cui sentire da quali universi hanno attinto per sfoderare questa voglia di
stupire. Attaccano su vari fronti ma sempre in maniera suggestiva e veramente
convincente e si coglie l’influenza anche di Miles Davis, anche se più come
spirito guida che come reale mood sonoro.
Un gruppo formato da musicisti capaci
di creare qualcosa di inaspettato e talvolta provocatorio ma sempre tenendo ben
presente di essere comunicativi ed espressivi, senza inciampare in esperimenti
inutili e velleitari. (Luigi Cattaneo)
Fake/Blue Glue Live at Brancaleone
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