sabato 9 agosto 2014

TRIBRACO, Glue (2011)


Secondo album per i preparati romani Tribraco, gruppo dall’attitudine rock ma con forti intrusioni nel jazz, che tornano ancora più arditi dopo l’esordio di Cracking the whip che aveva già messo in luce una band dal sound rotondo e vigoroso.
Questo Glue si muove lungo tali coordinate, proponendo una musica frizzante e che tenta di allontanarsi da schemi precostruiti, andando a mettere insieme un attitudine alternative e punk con quella meno furente del jazz, in un incontro tutt’altro che impossibile, almeno a sentire i risultati ottenuti. Un genere già definito da altri gruppi a cui possiamo avvicinare i Tribraco, in quella cortina fumosa del jazz core di Neo, No Hay Banda Trio e ovviamente Zu, senza dimenticare realtà meno contemporanee a cui i romani guardano con interesse come Area, Memoria Zero, Perigeo, Soft Machine ed Henry Cow. Imprevedibile pulsioni ritmiche della coppia Valerio Lucenti al basso e Tommaso Moretti alla batteria scompigliano le carte e si sommano alle chitarre di Lorenzo Tarducci e Dario Cesarini che fondono il jazz con l’indie rock in Fake! e Blue Glue, vortici trascinanti e fulminei. Samatzai mostra doti di composizione non indifferenti e palesa un esigenza comunicativa che non sempre si ritrova in un disco strumentale, così come Warlock Road  che segna ulteriormente la voglia di esplorare dei Tribraco. Misteriosa e meno irruenta è Volver a Buenos Aires che ha il pregio di catapultarci davvero nella città argentina con una naturalezza e una grazia evidente, mentre più indisciplinate sono Sergente di ferro e Ponte sullo stretto che vive su una bella linea funk.
L’album è un’avventura costante, un saliscendi emotivo dove troviamo vari mondi e svariate percezioni in cui sentire da quali universi hanno attinto per sfoderare questa voglia di stupire. Attaccano su vari fronti ma sempre in maniera suggestiva e veramente convincente e si coglie l’influenza anche di Miles Davis, anche se più come spirito guida che come reale mood sonoro.
Un gruppo formato da musicisti capaci di creare qualcosa di inaspettato e talvolta provocatorio ma sempre tenendo ben presente di essere comunicativi ed espressivi, senza inciampare in esperimenti inutili e velleitari. (Luigi Cattaneo)

Fake/Blue Glue Live at Brancaleone


 

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