La definitiva
consacrazione di Franco Battiato. Sulle
corde di Aries, edito nel 1973, rimane uno degli epicentri della carriera
del siculo e ancora adesso viene ricordato come uno dei momenti più particolari
di tutto il progressive italiano. È un album parecchio strumentale in cui sono
percepibili tracce di world music dettate probabilmente dalla crescente curiosità di Battiato
verso il Medioriente, il misticismo della cultura islamica e il pensiero di
Georges Ivanovic Gurdjieff, un filosofo mistico armeno che cercava la via per
superare quegli automatismi psicologici ed esistenziali che condizionano
l’uomo. Ne
è un esempio la lunga traccia d’apertura Sequenze
e frequenze con un uso costante dell’elettronica. Nell’oasi di suoni creati
da Battiato il lascito
pop viene messo totalmente da parte, i suoni eccedono ulteriormente in
sperimentalismi avanguardistici, il VCS3 rimane protagonista come non mai e
viene ben sostenuto dal sax di Gianni Bedori (uno dei pionieri del free
italiano) nello splendido affresco jazz di
Aries. Daniele Cavallanti
degli Aktuala con il clarino e il sax aggiunge spezie etniche in Aria di Rivoluzione, ma non mancano
risvolti classici dettati dalla presenza di Gaetano Galli all’oboe o dal
violoncello di Jane Robertson. Non da meno è Jutta Nienhaus degli Analogy, presenza
significativa oltre che nei brani già citati anche nella conclusiva Da Oriente ad Occidente. C’è una dose di
spiritualità costante, eterna, affascinante anche nei momenti più semplici, una
forza che rimane percepibile per tutto il disco pure a distanza di 40 anni
dalla pubblicazione. Concetti e dinamiche invariabili di Battiato, idee fedeli,
persistenti, che catturavano essenze orientali pur senza dimenticare di citare
John Cage e i tanto cari corrieri tedeschi. Tutto viene espresso in modo più consapevole
e variegato rispetto agli esordi, in quello che rimane uno dei lavori più
influenti tra quelli del cantautore. Battiato, non pago della provocatoria
proposta attuata nei tre dischi pubblicati in soli due anni, compie un
ulteriore passo avanti nel campo della sperimentazione e nel 1974 dà vita a Click, sorta di nuovo inizio, ancora
meno comunicativo e maggiormente sperimentale, una fase che lo accompagnerà
almeno fino al 1979 di L’era del
cinghiale bianco. (Luigi Cattaneo)
Aries (Video)
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