domenica 4 gennaio 2015

FRANCO BATTIATO, Sulle Corde di Aries (1973)


La definitiva consacrazione di Franco Battiato. Sulle corde di Aries, edito nel 1973, rimane uno degli epicentri della carriera del siculo e ancora adesso viene ricordato come uno dei momenti più particolari di tutto il progressive italiano. È un album parecchio strumentale in cui sono percepibili tracce di world music dettate probabilmente dalla crescente curiosità di Battiato verso il Medioriente, il misticismo della cultura islamica e il pensiero di Georges Ivanovic Gurdjieff, un filosofo mistico armeno che cercava la via per superare quegli automatismi psicologici ed esistenziali che condizionano l’uomo. Ne è un esempio la lunga traccia d’apertura Sequenze e frequenze con un uso costante dell’elettronica. Nell’oasi di suoni creati da Battiato il lascito pop viene messo totalmente da parte, i suoni eccedono ulteriormente in sperimentalismi avanguardistici, il VCS3 rimane protagonista come non mai e viene ben sostenuto dal sax di Gianni Bedori (uno dei pionieri del free italiano) nello splendido affresco jazz di  Aries. Daniele Cavallanti degli Aktuala con il clarino e il sax aggiunge spezie etniche in Aria di Rivoluzione, ma non mancano risvolti classici dettati dalla presenza di Gaetano Galli all’oboe o dal violoncello di Jane Robertson. Non da meno è  Jutta Nienhaus degli Analogy, presenza significativa oltre che nei brani già citati anche nella conclusiva Da Oriente ad Occidente. C’è una dose di spiritualità costante, eterna, affascinante anche nei momenti più semplici, una forza che rimane percepibile per tutto il disco pure a distanza di 40 anni dalla pubblicazione. Concetti e dinamiche invariabili di Battiato, idee fedeli, persistenti, che catturavano essenze orientali pur senza dimenticare di citare John Cage e i tanto cari corrieri tedeschi. Tutto viene espresso in modo più consapevole e variegato rispetto agli esordi, in quello che rimane uno dei lavori più influenti tra quelli del cantautore. Battiato, non pago della provocatoria proposta attuata nei tre dischi pubblicati in soli due anni, compie un ulteriore passo avanti nel campo della sperimentazione e nel 1974 dà vita a Click, sorta di nuovo inizio, ancora meno comunicativo e maggiormente sperimentale, una fase che lo accompagnerà almeno fino al 1979 di L’era del cinghiale bianco. (Luigi Cattaneo)

Aries (Video)

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