Tornano con il consueto
furore iconoclasta i francesi Poil, band che abbiamo imparato ad apprezzare
grazie all’impegno dell’AltrOck di Marcello Marinone nel sostenerli ed
appoggiarli già con il precedente Dins o
cuol. Il trio di Lione firma con Brossaklitt
un disco più maturo, senza porsi limiti nell’accostare prog, jazz, R.I.O.,
elettronica e furia punk, il tutto all’insegna della trasgressione e
dell’irriverenza. Aboliti steccati formali, i Poil danzano in un vortice di
suoni “sparati” per non concedere tregua all’ascoltatore e il crossover
proposto risente tanto di Zappa quanto di King Crimson, Magma e Mr Bungle.
Completa il distorto quadro l’utilizzo di una lingua inventata che funge da
base di appoggio per le divagazioni strumentali e surreali dei tre (Antoine
Arnera alle tastiere e alla voce, Boris Cassone al basso, alla chitarra e alla
voce e Guilhem Meier alla batteria e alla voce). Fionosphere apre l’album in modo violento, irruento, selvaggio.
Zeuhl, elettronica, avanguardia dall’anima jazz, in un percorso vorticoso di
quasi 11 minuti. La musica dei francesi ha un approccio hard costante e solo in
alcuni momenti, tra l’altro molto interessanti, ci si imbatte in scampoli
melodici ben riconoscibili (la cantabile Mao).
Tutto appare avere un’aurea free, una libertà d’espressione ironica in cui è
possibile inserire elementi tra i più disparati senza cadere nel fine a sé
stesso o nel nonsense. Perché nelle trame pur complicate di Brossaklitt c’è sempre un filo logico
che unisce i passaggi più complessi e meno comunicativi. Ne sono un esempio le
lunghe Patachou e Pikiwa, simboli di potenza e ottimi
intrecci ritmici, brani manifesto intrisi di tempi dispari, hard prog e
soluzioni timbriche e armoniche di grande effetto. Chiaramente questo come back
dei Poil è tutto tranne che un disco semplice da metabolizzare ma è anche
difficile non rimanere affascinati dinnanzi ad un lavoro curioso, per certi
versi estremo ma anche intenso e provocatorio. Opera consigliata soprattutto
agli amanti del genere, quelli più vicini al concetto di progressive come
musica di ricerca ed espansione di forme musicali. (Luigi Cattaneo)
Qui di seguito il link per ascoltare l'intero album
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