The
Dirty Affair è l’interessantissimo esordio dei Kezia,
un album che mostra la volontà della band di applicare sontuose melodie ali
limiti del pop con le sfuriate e i tempi che contraddistinguono un certo
crossover di band fondamentali come Faith No More e System of a Down,
abbinandolo al progressive degli Avenged Sevenfold. Potrebbe sembrare un grosso
ossimoro ma il gruppo risolve la convivenza tra stili in maniera ottimale,
tenendo sì il piede sull’acceleratore ma sempre con un occhio di riguardo per
la forma canzone, una formula che i Kezia (Alberto Armanini alle tastiere,
Fabio Bellini al basso, Michele Longhena alla batteria, Antonio Manenti alla
chitarra e Pierlorenzo Molinari alla voce) padroneggiano senza problemi.
Ovviamente c’è una grande cura per frasi melodiche di facile presa che
potrebbero conquistare anche chi non è avvezzo del tutto al genere, pur
costruendo brani per nulla scontati o di semplice lettura. Richiami ai Protest
the hero ce ne sono, soprattutto per la capacità di creare situazioni
ritmicamente complesse, così come ai Muse per la volontà di donare una certa
ariosità alle composizioni. Non manca un po’ di classico progressive metal,
sempre supportato da tanti spunti imprevedibili e personali (come nella
spumeggiante Barabba Son’s Song). Di
alto livello anche Sneakers o la
conclusiva Treesome, brano intenso e
molto sentito. L’album ha davvero tante idee al suo interno, ha bellissimi
sprazzi melodici incorporati in un contesto prettamente hard, il tutto ben
calibrato da una considerevole tecnica di base di cui sono in possesso tutti i
membri dell’ensemble. Band da tenere nella giusta considerazione e da
monitorare assolutamente, perché questo The
Dirty affair è davvero un disco di pregevole fattura. (Luigi Cattaneo)
Di seguito la pagina web dove potete acquistare The Dirty Affair
Grazie Luigi!
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