venerdì 25 settembre 2015

MACELLERIA MOBILE DI MEZZANOTTE, Funeral Jazz (2015)


Arrivano da Roma i Macelleria Mobile di Mezzanotte (Adriano Vincenti voce e sampler, Lorenzo Macinanti synth e drum programming e Pierluigi Ferro al sax), un trio attivo dal 2001 e che ci presenta per la Subsound Records il nuovo Funeral Jazz, un disco difficile da catalogare e indirizzato solo ai più aperti alle contaminazioni. In questo caso la matrice elettronica è molto presente, flirta con l’industrial e la dark wave, segnando l’album di toni plumbei e oscuri su cui si staglia una componente jazzata che crea un interplay tra le due anime pur senza discostarsi da quell’alone notturno che è caratteristica preponderante della loro scrittura. Il lavoro di Ferro, sia in fase di raccordo che solistico, è ovviamente molto importante per modellare un sound piuttosto curioso e personale, scandito da un recitativo che narra di situazioni losche, pulp, omicidi e passioni pericolose. Un substrato di suoni elettronici stranianti plasmati dal jazz già dall’iniziale 1000 sigarette e un omicidio, opener nero pece con un testo inquietante e il narrato diabolico di Vincenti. Il singolo (passatemi il termine ma è stato girato anche un video promozionale) è Slow, affascinante e conturbante esempio della loro cruda poetica, a cui fa seguito il jazz inconsueto e luciferino della title track. Boogie Woogie Traditore continua il lavoro di destrutturazione della componente jazz, colpendola nel profondo, scuotendo le note di Ferro con colpi elettronici potenti e drammatici. Dalia, l’ultimo addio vede ancora questo solido dualismo trascinarci in un mondo surreale e sanguinoso, La semplice arte del delitto sposa un caldo jazz con afflati elettronici squassanti che rendono l’aria maggiormente satura di tensioni e nevrosi metropolitane. Con Il buio adesso si evince ancor di più la cura che la band ha messo per far coesistere certe parti elettroniche con quelle del sax, qui ben presente per tutto il pezzo. Benzedrine Black Byrd Bebop ha un atmosfera inquietante dettata dal sax che ricama sopra una cupa base elettronica, prima del finale di Love Affair, esemplare per comprendere appieno il lirismo che si cela dietro questo trio che mi sento di consigliare soprattutto a quelli che non amano etichettare le emozioni. A loro sì, questo disco piacerà … (Luigi Cattaneo)

1000 sigarette e un omicidio (Video)



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