sabato 12 dicembre 2015

VIII STRADA, Babylon (2015)


Babylon segna il ritorno degli VIII Strada dopo l’ottimo esordio del 2010 (La leggenda della grande porta), un concept, un’opera rock progressiva condita da testi all’altezza (viene raccontata la storia di una coppia con il loro corollario di conflitti, confronti, passioni e progetti) e una perizia strumentale che avevamo già conosciuto all’epoca del debut. Accanto all’approccio prog rock troviamo anche connotati più hard, matrice che li contraddistingue e che rende più vario il loro stile, sempre consolidato tra il sinfonico e l’heavy, una fusione alimentata dai fraseggi del chitarrista Davide Zigliani, dalle tastiere del bravissimo Silvano Negrinelli, dalla coppia ritmica di grande spessore formata da Sergio Merlino al basso e Riccardo Preda alla batteria e dalla voce capace di essere potente ed espressiva di Tito Vizzuso. Dopo 5 anni ero molto incuriosito da questo come back e Babylon risulta di nuovo un bel esempio di come si possa creare del progressive guardando con rispetto al passato storico del genere riuscendo nel contempo ad inseguire una strada autonoma e riconoscibile. I brani sono molto strutturati, si denota una certa complessità di fondo ma con un occhio di riguardo per l’aspetto melodico, che si traduce in alcuni momenti di memorabile enfasi comunicativa (1403. Storia in Firenze, Ninna Nanna), vibranti pulsioni strumentali (Preludio a eclypse) e trascinanti omaggi al sound degli anni ’40 e ’50, che hanno generato indimenticabili icone del cinema e della danza (Slow). L’iniziale Ombre cinesi definisce quel che sono gli VIII Strada attuali, connubio di intensità creativa, evocazione di immagini e parti atmosferiche dal fascino filmico. Una dote narrativa che segna anche la title track, evocativa e pulsante, dilatata nel suo coniugare robusto prog metal e attimi di raffinato lirismo. Babylon non fa altro che confermare tutte le qualità del gruppo, elegante negli arrangiamenti e compatto nel proporre escursioni progressive e forma canzone sempre con la giusta dose di pathos, elemento fondamentale per coinvolgere  l’ascoltatore e donare profondità al racconto sviluppato. (Luigi Cattaneo)

1403. Storia in Firenze (Video)

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