Babylon
segna
il ritorno degli VIII Strada dopo l’ottimo esordio del 2010 (La leggenda della grande porta), un
concept, un’opera rock progressiva condita da testi all’altezza (viene
raccontata la storia di una coppia con il loro corollario di conflitti,
confronti, passioni e progetti) e una perizia strumentale che avevamo già
conosciuto all’epoca del debut. Accanto all’approccio prog rock troviamo anche
connotati più hard, matrice che li contraddistingue e che rende più vario il
loro stile, sempre consolidato tra il sinfonico e l’heavy, una fusione
alimentata dai fraseggi del chitarrista Davide Zigliani, dalle tastiere del
bravissimo Silvano Negrinelli, dalla coppia ritmica di grande spessore formata
da Sergio Merlino al basso e Riccardo Preda alla batteria e dalla voce capace
di essere potente ed espressiva di Tito Vizzuso. Dopo 5 anni ero molto
incuriosito da questo come back e Babylon
risulta di nuovo un bel esempio di come si possa creare del progressive
guardando con rispetto al passato storico del genere riuscendo nel contempo ad
inseguire una strada autonoma e riconoscibile. I brani sono molto strutturati,
si denota una certa complessità di fondo ma con un occhio di riguardo per
l’aspetto melodico, che si traduce in alcuni momenti di memorabile enfasi
comunicativa (1403. Storia in Firenze,
Ninna Nanna), vibranti pulsioni
strumentali (Preludio a eclypse) e
trascinanti omaggi al sound degli anni ’40 e ’50, che hanno generato
indimenticabili icone del cinema e della danza (Slow). L’iniziale Ombre
cinesi definisce quel che sono gli VIII Strada attuali, connubio di
intensità creativa, evocazione di immagini e parti atmosferiche dal fascino
filmico. Una dote narrativa che segna anche la title track, evocativa e
pulsante, dilatata nel suo coniugare robusto prog metal e attimi di raffinato
lirismo. Babylon non fa altro che
confermare tutte le qualità del gruppo, elegante negli arrangiamenti e compatto
nel proporre escursioni progressive e forma canzone sempre con la giusta dose
di pathos, elemento fondamentale per coinvolgere l’ascoltatore e donare profondità al racconto
sviluppato. (Luigi Cattaneo)
1403. Storia in Firenze (Video)
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