Gli Arti&Mestieri
sono stati tra i gruppi più rappresentativi del panorama jazz rock italiano dei
’70 e lungo 40 anni e oltre di carriera hanno sempre proposto prove in studio
valide e live adrenalinici, pur passando attraverso cambi di formazione e nuovi
inserimenti. Ciò che ha sempre contraddistinto i piemontesi è avere un suono
proprio e facilmente riconoscibile, non solo dovuto alle grandi abilità dei
musicisti ma soprattutto per merito di una voglia costante di esplorare certi
territori fusion. Dal primo Tilt al
recente Universi paralleli, la band
ha sviluppato un percorso personale e in qualche modo unico, a prescindere
dagli uomini chiamati in causa, come una grande squadra di calcio che ha
ricambi di lusso. E difatti nell’edizione 2015 degli Arti&Mestieri manca il
tastierista Beppe Crovella (uno degli storici fondatori) ma sono della partita
il chitarrista Gigi Venegoni e il batterista Furio Chirico. Completano la line
up Lautaro Acosta al violino, Piero Mortara alle tastiere, Roberto Puggioni al
basso, Marco Roagna alla chitarra (membro fisso dal vivo ma qui presente solo
nella buonissima Pandora) e Iano Nicolò alla voce, più una serie di ospiti che
completano un disco bellissimo. Universi
paralleli conferma l’affascinante coesistenza tra jazz rock, fusion,
progressive e forma canzone, foriero di splendide melodie, ottimi fraseggi e
spunti individuali, sempre tenendo ben presente il messaggio e non la mera
tecnica. Calore e feeling si sposano con brani articolati e molto strutturati
che mi hanno riportato molto da vicino verso i paesaggi tratteggiati nei primi
anni di attività, evitando però l’effetto nostalgia e risultando così attuale e
figlio del presente. Molti i pezzi strumentali ma anche diversi momenti in cui
fa la sua comparsa Nicolò, cantante dotato di espressività e già in luce nel
passato con gli interessanti Cantina Sociale. Solido l’interplay tra i
musicisti, splendidi soprattutto gli intrecci tra Venegoni e Acosta e l’apporto
ritmico della coppia Chiricò-Puggioni, connubi che ricordano come allo studio
vadano abbinate idee e doti di improvvisazione. Una miscellanea che sa ancora
stupire e coinvolgere da subito con il giusto bilanciamento tra raffinatezza e
propulsione, spezie meditterranee e l’infinito lirismo a cui ci hanno da sempre
abituato. Tra gli special guest da segnalare troviamo Mel Collins al sax e al
flauto (Dune e l’ottima Pacha Mama), Arturo Vitale al sax (era
presente agli inizi dell’avventura e qui lo ritroviamo nella suadente L’ultimo imperatore, resa magnificamente
da Iano) e Lino Vairetti degli Osanna (la gradevole Nato). Difficile trovare punti deboli, Universi paralleli è un come back che rinnova lo spirito di una
formazione oramai leggendaria e che può ancora regalare sogni ed emozioni anche
negli anni a venire. (Luigi Cattaneo)
Alter Ego (Video)
Nessun commento:
Posta un commento