lunedì 17 settembre 2018

IN-SIDE, Out-Side (2017)


Il progetto In-Side nasce dalla volontà di Saal Richmond (tastiere) di dare vita ad un gruppo che guardasse all’AOR ottantiano ma senza nostalgia, conscio della tradizione ma non per questo ancorato solo ed esclusivamente a quel tipo di suono. La line up si completa con il passare del tempo con l’ingresso di Dave Grandieri (tastiere), Beppe Jago Careddu (voce), Cloud Beneventi (chitarra), Abramo De Cillis (chitarra), PJ Philip (basso) e Marzio Francone (batteria) e trova nell’Andromeda Relix un ottimo alleato per la pubblicazione di questo elegante Out-Side. Il concept, il cui filo conduttore è l’evoluzione attuale che ha portato ad una perdita di valori e alla rarefazione di rapporti sociali, rispetta l’epoca d’oro del genere, ricordando quanto fatto da band che hanno raccolto meno di quanto meritavano come Fortune, Quartz o Alien, soprattutto grazie ad un songwriting capace di brani immediati e di facile presa, una scorrevolezza dovuta anche alle abilità tecniche dei coinvolti e ad arrangiamenti che si sposano perfettamente con quanto proposto. Le melodie tipicamente AOR incontrano momenti ai limiti dell’hard rock, con le due tastiere che enfatizzano i passaggi dal sapore prog, accompagnate dalla verve della coppia di chitarristi, elementi che ritroviamo sin dall’iniziale The signs of time, ideale pezzo d’apertura, drammatico e carico di pathos. Si prosegue con The running man, altro bell’esempio della grazia della band, e Block 4, che si sviluppa in maniera esemplare e risulta essere una delle composizioni più liriche dell’album. I’m not a machine rinsalda il legame con gli anni ’80 di Foreigner e Streets, Break down è maggiormente cadenzata e oscura, mentre la conclusiva Lie to me è la gradevole ballata che chiude questo breve (poco più di trenta minuti) e validissimo esordio. (Luigi Cattaneo)
The running man (Video)
 
 
 
 

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