domenica 25 agosto 2019

CLAUDIO ROCCHI, Volo Magico n°1 (1971)

Risultati immagini per volo magico n 1Se il primo disco aveva suscitato interesse e mostrato le doti di cantore solitario e a suo modo fuori dagli schemi, con il secondo Volo Magico n°1 Claudio Rocchi arriva a toccare uno dei punti massimi della sua carriera. Il suono, rispetto agli esordi, diviene più corposo, i brani si dilatano e le strutture beneficiano di musicisti di valore come Alberto Camerini e Ricky Belloni alle chitarre, Eugenio Pezza al piano, all’organo e al Mellotron e Donatella Bardi alla voce, a fronte invece delle soluzioni prettamente acustiche che avevano caratterizzato l’album precedente in cui aveva partecipato Mauro Pagani con il suo violino. Rocchi si muove in equilibrio tra la voglia di rimanere legato ad alcuni aspetti e atteggiamenti del recente passato (le tematiche, l’approccio alla melodia, la grande forza comunicativa) e la volontà di evolversi seguendo un percorso del tutto personale e, per i tempi, molto suggestivo, in qualche modo anticipatore di alcune realtà che probabilmente da lui hanno attinto, come Alan Sorrenti, almeno per quel che riguarda certe strutture compositive. L’elemento da subito percepibile e che differenzia e distanzia questo Volo Magico n°1con l’esordio, è l’aver allargato lo spettro sonoro in cui muoversi e l’utilizzo di un parco strumenti parecchio più ampio ne è la diretta conseguenza, oltre che presumibilmente l’unico modo per avvicinarsi ai pensieri che Rocchi stava maturando. Inoltre è verosimile l’idea che la crescita dell’artista e dell’uomo, la consapevolezza di poter dire e fare, la voglia di osare, abbiano portato il cantautore ad incidere un disco così riuscito. 

Risultati immagini per volo magico n 1

Si può sostenere che nei quasi 20 minuti dell’iniziale title track, che occupa ben metà disco, l’autore sviscera tutte le componenti che hanno contraddistinto la sua musica. Psichedelia, folk, rock progressivo, l’oriente a cui guardava con interesse e curiosità, si mescolano in un calderone eccitante, ipnotico,figlio dei tempi. Poi puoi andare dove vuoi, poi puoi essere come vuoi, poi puoi stare con chi vuoi, poi puoi prendere o lasciare, poi puoi scegliere di dare ... Diventa frase manifesto di questa lunga composizione, passo semplice, lineare, ma capace di spiegare al meglio cosa animava lo spirito di Rocchi e di una generazione che voleva esprimere i propri ideali con forza. Anche la successiva La realtà non esiste diventa da subito un attestato credibile dell’espressività di un’artista, che riesce in maniera essenziale e grazie al fine tocco di Pezza  al pianoforte a catturare e a convincere in un sol colpo pubblico e critica. Giusto amore non raggiunge lo status di evergreen come i primi 2 brani ma si contraddistingue per un lavoro d’insieme ben riuscito, anche se forse avrebbe beneficiato in fluidità se fosse stata un po’ meno lunga (supera i 10 minuti), visto che tende ad essere in alcuni frangenti un po’ ripetitiva. Ho sempre apprezzato la conclusiva Tutto quello che ho da dire, malinconico viaggio interiore in cui la voce di Rocchi si fa accompagnare dal Mellotron di Pezza, che accentua ancor di più il carattere criptico ed introspettivo di questo finale. 
Un album simbolo del cantautorato progressivo, un lavoro che Rocchi stesso cercò in qualche modo di riproporre con il successivo La norma del cielo (un’altra analogia con Sorrenti), non riuscendo a replicarne del tutto la bellezza e le felici intuizioni. (Luigi Cattaneo)

Risultati immagini per volo magico n 1

Nessun commento:

Posta un commento