Pubblicato ad inizio
anno, Physis è il debutto dei La
Stazione delle Frequenze, band di Benevento formata da Alberto Cervone (voce),
Angelantonio Donisi (chitarra), Pierfrancesco Corbo (chitarra), Andrea Tretola
(tastiere), Luca Iorio (basso) e Andrea Passaro (batteria e clarinetto). A Siria è l’inizio esemplificativo del
modo di scrivere della band, dove denuncia sociale e prog metal vanno a
braccetto con grande coesione, prima di Ombre
sul mare (in cui troviamo Marco Ialeggio al violino), che in realtà fa
ancora meglio, continuando a citare i Dream Theater nei bei fraseggi tra
tastiere e chitarre, con il cantato in italiano che finisce per porre i campani
vicino a gruppi attuali come VIII Strada, Afasia ed Elisir D’Ambrosia. Racconto ha invece una gradevolissima
vena folk, una sognante storia d’amore lontana nel tempo narrata con cura dal
sestetto e che mi ha ricordato qualcosa dei Faveravola. Il sentiero del vento è l’ottima suite divisa in due parti e sette
atti, in cui ovviamente la dote progressiva si accentua ancora di più, tra
passaggi cantautorali, momenti alla P.F.M. (complice anche il flauto di
Marcella Zullo) e aggressioni hard prog come i conterranei La Bottega del Tempo
a Vapore. La conclusiva Nuovi orizzonti,
pur risultando piacevole, è il brano meno coinvolgente ma non inficia un
risultato davvero pregevole. (Luigi Cattaneo)
Racconto (Video)
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