Secondo disco per gli
Indra, un concept che tratta il tema dell’emigrazione, un racconto dove l’emarginazione
sociale diviene l’unico finale possibile. Ceneri
– Requiem per il Sogno Americano è un’amara riflessione che Gianluca
Vergalito (chitarra, sitar e basso), Antonio Armanetti (batteria e percussioni)
e Mattia Strazzullo (piano, tastiere, synth e basso) evocano a colpi di prog,
musica popolare, jazz, folk e sonorità balcaniche, una world music tout court
che non disdegna l’utilizzo di strumenti tipici (Taranta Stomp). Il jazz etnico e multiculturale del trio è molto
immaginifico (la corsa felice di Fenice, i sogni di La variante Ascari, ma anche la voglia di esplorare di Fuochi
d’artificio), si contamina di suggestioni (la Bosnia di Erzezù narrata dalla Bukurosh Balkan
Orkestra), con la voce narrante di Jesus Blanco III (autore anche dei testi che
declama) perfetta per guidarci in territori oscuri, fatti di paure e vicoli bui
(Cuore e Illusione). Il requiem del protagonista riflette la precarietà del
contemporaneo (Il viandante), dove la
speranza viene affossata da un ultimo gesto (Caronte), che porta ad un messaggio conclusivo (Manifesto) lacerante, ma che diviene
anche fonte di vita per coloro che rimangono e continuano a credere in un
domani migliore. (Luigi Cattaneo)
Fenice (Video)
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