Nati all’interno di una “comune musicale”, i minDance hanno da sempre provato a non snaturare un’essenza fatta di psichedelia e progressive dagli influssi dark, sin da quando si muovevano sotto lo pseudonimo GMST. La formazione che arriva al debutto Cosmically nothing ha trovato una propria stabilità con l’ingresso di Peppe Aloisi (basso, voce e synth), che si è aggiunto a Tonino Marchitelli (voce e tastiere), Gianluca Vergalito (chitarra) e Massimo Cosimi (batteria), musicisti che hanno espresso con grande passione tutto il loro background, per un risultato finale che mette insieme psych rock di fine sessanta e rock settantiano. L’insolita Minkiadance apre il lavoro con una certa carica elettrica, Falls in love è una lunga traccia dal sapore psichedelico, in cui Marchitelli narra sostenuto dalla coesione di tutta la band, prima della bella coda strumentale che conduce a I don’t believe, breve frangente che riporta agli anni ’60. Bizzarra E chi megl’e mè, che mi ha ricordato alcune ballate degli Anathema, Don’t break me si fa più oscura, mentre Strange love attinge dalla psichedelia per caricarla di una preponderante verve r’n’r. Il finale ci riserva l’accattivante melodia di Sery e soprattutto la title track, 12 minuti in cui il quartetto condensa improvvisazione, elettronica, progressive e una generale voglia di osare, che fa di questo brano quello più appassionante tra i presenti. Esordio interessante e che traccia il solco per futuri scenari, l’impressione è che i minDance abbiano ancora parecchio da dire, soprattutto se affineranno maggiormente il tiro, magari partendo proprio dall’ottima title track finale. (Luigi Cattaneo)
Grazie e alla prossima!
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