Secondo disco per Simone
Cozzetto, compositore e polistrumentista romano che ha unito le sue passioni
per il progressive, la psichedelia e il rock per dare vita ad un progetto
solido e concreto. Se nel precedente Wide eyes avevamo trovato ospiti
come Kee Marcello degli Europe e Titta Tani dei Goblin, nel nuovo The weight
of the wind l’autore si fa accompagnare da pochi ma fidati musicisti, per
un risultato finale di alto livello e a tratti davvero commovente. Dopo una
breve introduzione l’iniziale The bliss ci introduce con delicatezza nel
mood dell’album, attraverso uno strumentale impreziosito dal violino di Roberta
Palmigiani, che confluisce in Nihil e Cold and sweet, due brani
da brivido dove le idee di Cozzetto trovano nella voce di Francesco Marino e
nella batteria di Daniele Pomo (RanestRane) una validissima collaborazione. La floydiana
The shadows chiude con una certa enfasi la prima parte del concept, ottima
sotto tutti i punti di vista. Lucifer è un momento dove la chitarra
acustica di Simone si fonde con la voce di Marino, prima della lunga e corposa The
weeping willow, dove emerge tutto il background del romano e A boat of
lies, un momento di quiete che Simone gestisce in solitaria. La title track
è un altro episodio molto progressivo e strutturato ma sempre altamente
comunicativo, con la Palmigiani che con i suoi interventi di violino e viola
dona ancora maggior profondità ad una delle composizioni più riuscite del
disco, mentre The gate chiude con pacatezza un album raffinato e
rifinito, che per capacità di coinvolgere con gusto potrebbe piacere anche ai
meno ferrati della materia progressiva. (Luigi Cattaneo)
The weeping willow (Video)
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