martedì 6 luglio 2021

SIMONE COZZETTO, The weight of the wind (2020)

 

Secondo disco per Simone Cozzetto, compositore e polistrumentista romano che ha unito le sue passioni per il progressive, la psichedelia e il rock per dare vita ad un progetto solido e concreto. Se nel precedente Wide eyes avevamo trovato ospiti come Kee Marcello degli Europe e Titta Tani dei Goblin, nel nuovo The weight of the wind l’autore si fa accompagnare da pochi ma fidati musicisti, per un risultato finale di alto livello e a tratti davvero commovente. Dopo una breve introduzione l’iniziale The bliss ci introduce con delicatezza nel mood dell’album, attraverso uno strumentale impreziosito dal violino di Roberta Palmigiani, che confluisce in Nihil e Cold and sweet, due brani da brivido dove le idee di Cozzetto trovano nella voce di Francesco Marino e nella batteria di Daniele Pomo (RanestRane) una validissima collaborazione. La floydiana The shadows chiude con una certa enfasi la prima parte del concept, ottima sotto tutti i punti di vista. Lucifer è un momento dove la chitarra acustica di Simone si fonde con la voce di Marino, prima della lunga e corposa The weeping willow, dove emerge tutto il background del romano e A boat of lies, un momento di quiete che Simone gestisce in solitaria. La title track è un altro episodio molto progressivo e strutturato ma sempre altamente comunicativo, con la Palmigiani che con i suoi interventi di violino e viola dona ancora maggior profondità ad una delle composizioni più riuscite del disco, mentre The gate chiude con pacatezza un album raffinato e rifinito, che per capacità di coinvolgere con gusto potrebbe piacere anche ai meno ferrati della materia progressiva. (Luigi Cattaneo)

The weeping willow (Video)



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